Andare a pranzo in canonica era diventata una piacevole abitudine domenicale. I padroni di casa erano amici carissimi che amavano la buona tavola e che, soprattutto, amavano condividerla affettuosamente con tutti. Siriana era la decana della famiglia: una signora che aveva sempre mille attenzioni per gli ospiti, e si muoveva con grande familiarità tra pentole e fornelli sfornando leccornie di ogni genere e gusto.
La Cresima della nipote era un’occasione particolarmente importante. Tra mille antipasti, salse e verdure, quella domenica arrivò sulla tavola un enorme vassoio colmo di ossibuchi. Si tratta di un piatto tipico della cucina milanese ed è costituito da pezzi che si ottengono tagliando a fette quella parte delle zampe delle bestie (vitelli da latte, vitelloni, o anche tacchino) che si trova tra il piede e la coscia, ovvero, potremmo dire quella del polpaccio. Lo squisito midollo che vi si trova dunque, è midollo osseo e non midollo spinale.
Il pranzo di Siriana fu davvero uno di quelli indimenticabili. L’ossobuco, preparato sapientemente secondo una ricetta della più genuina tradizione milanese, si scioglieva letteralmente in bocca regalando a tutti i convitati delle intense emozioni del gusto e dell’olfatto. La pietanza era talmente buona, che sulla vivace tavolata scese in breve il silenzio. Ricordate amici: quando tacciono le voci vuol dire che il vostro piatto è davvero straordinario.
Siriana era molto gelosa delle sue ricette, ma per me, quando tutti se ne furono andati, fece un’eccezione, ed io qui ve la trasmetto pari pari, così come lei stessa, di suo pugno, me l’ha scritta…
Ingredienti per 6 persone ( nella foto invece sono per quattro)
– sei ossibuchi
– una cipolla
– tre cucchiai di olio extravergine
– 50 grammi di burro
– 1 bicchiere di vino bianco
– 1/2 litro di brodo
– buccia di limone
– prezzemolo
– farina
– sale e pepe q.b.
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