La Sila al centro dell’agonismo venatorio nazionale. Proprio nel cuore del leggendario massiccio calabrese si è svolta infatti la finale nazionale del prestigioso Trofeo Sant’Uberto della Federazione Italiana della Caccia. Il Sant’Uberto è una specialità particolare, in cui oltre alle inderogabili abilità venatorie del binomio cane-uomo, i giudici sono chiamati a valutare tutto un complesso di fattori che rendono onore all’azione di caccia: correttezza, compostezza, intesa con il cane, attenzione alla sicurezza e all’ambiente. E’ un po’ una “summa” di come dovrebbe essere un vero cacciatore e proprio per questo il sol fatto di potervi partecipare è già di per sé un traguardo ambito. Anche l’ambiente circostante deve essere di alto livello: equilibrio fra specie selvatiche, valenza paesaggistica, tipicità di zona. Tutto, insomma, deve concorrere per costituire un cerchio di armonia nel nome del santo Patrono dei cacciatori. Non è un caso, quindi, che si stata scelta la Sila.
Il vincitore nella categoria Assoluti è stato Tommaso De Angelis, già diventato vicecampione del Mondo di specialità in Croazia, dove tutta la compagine nazionale si è piazzata ai vertici imponendosi su oltre venti Paesi. Dietro di lui, a Camigliatello si è piazzato Pio Cusanelli, e al terzo posto Domenico Nardi.
Fra i Veterani, vince Antonio Bisciotti, seguito da Elio Tanelli e Giovanni Cambi.
Interessante il barrage finale tra gli Juniores, che ha visto Antonio Moscato imporsi su Fabrizio Colucci e Giovanni Turboli.
Altra affascinante categoria è quella dell’Avancarica, in cui si è laureato Campione italiano Rossano Travelli, lasciandosi dietro Daniele Baldinetti e Sergio Tenconi. Il trofeo Avancarica è stato coordinato da una collaborazione fra la Federcaccia e l’ACCA, ovvero l‘ Associazione Cacciatori Cuneesi ad Avancarica.