La messa a fuoco non riguarda il reticolo mil-dot, che è posto sul secondo piano focale per cui resta invariato al variare dell’ingrandimento, vanificando l’utilità del mil-dot per la stima delle

Gli attacchi sono realizzati molto bene; nei fori della manopola di serraggio si inserisce una delle due brugole fornite
distanze. E’ ancora possibile, ma richiede calcoli complessi e soprattutto lunghi. D’altra parte, questo non è un cannocchiale per sniper e i tiratori scelti hanno a disposizione telemetri e strumenti per il calcolo balistico. D’altra parte, il mil-dot è di moda e se il cliente lo richiede bisogna darglielo.
Poiché per qualche motivo non è possibile rimandare indietro gli esemplari giunti per prova, vengono inviati oggetti non perfettamente a punto, che presentano qualche difetto che li renderebbe difficilmente vendibili. Così il cannocchiale che sto provando soffre di una leggerissima diplopia, nel senso che si vede

La regolazione dell’intensità di illuminazione e la scelta del colore si effettuano con questi due pulsanti
uno scostamento tra il reticolo normale, che è inciso su vetro, e quello illuminato. A illuminazione spenta, tra le due linee orizzontali c’è uno scostamento di meno di mezzo millimetro, che peraltro non ho rilevato né sull’esemplare esaminato allo Shot Show né su quello, diverso dal primo, esaminato all’IWA. Comunque il fenomeno l’ho rilevato e lo dico. Peraltro, poco male, perché illuminando il reticolo la diplopia sparisce. Di giorno ilo reticolo illuminato copre l’altro; al crepuscolo il reticolo normale non si vede proprio. Per cui, utilizzando sempre il reticolo illuminato e utilizzando il suo centro per la collimazione, in pratica non c’è alcun problema, anche se traguardando contro il cielo o contro una superficie bianca si riesce a rendere visibile la diplopia.
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