Le “regine del bosco” vedono il loro habitat in boschi di querce, larici, conifere e betulle, a patto che queste formazioni siano ricche di sottobosco e abbiano un buon grado di umidità del terreno. Sono diffuse in tutta l’Europa del nord e in Asia e le popolazioni più settentrionali migrano verso il sud per svernare, e poi, per nidificare, riprendono la via dei luoghi d’origine verso marzo o aprile. In Italia sono “di passo” da metà ottobre a novembre e costituiscono quasi un totem per molti cacciatori, che spesso si dedicano a loro in via del tutto esclusiva, servendosi per lo più di cani da ferma, e in qualche caso di cani da cerca, forse più adatti in determinate zone. Tuttavia, i nembrotti più esperti sanno che bisogna ben conoscere i costumi e le abitudini di questi scolopacidi per ripagarsi delle lunghe maratone lungo i ruscelli boschivi, o fra le profondità di formazioni arbustive ed arboree. Quando il cane abbia puntato e alzato a tiro una beccaccia, il colpo del cacciatore esperto difficilmente fallisce ed è sufficiente un solo pallino anche in regione non vitale del corpo, per abbatterla. Se
l’uccello non cade al primo colpo è tuttavia possibile riscovarlo non lontano, laddove esso eventualmente si riposa. La beccaccia regge bene la ferma del cane, e ciò consente al cacciatore di piazzarsi nel modo migliore per poterle sparare. Il frullo avviene sempre verticalmente , per poi allungarsi in direzione orizzontale. E’ un uccello essenzialmente terragnolo e solo di rado si posa sugli alberi. E’ dotata di vista acutissima e di udito ancor più formidabile, nonchè di un grado di perspicacia a volte sconcertante. Proprio per questi motivi, pare stia sviluppando la capacità di discernere il pericolo, avendo associato i moderni beeper che molti cacciatori utilizzano, all’arrivo della minaccia incombente. Ciò permetterebbe loro di abbandonare il sito spostandosi in un’altra posizione e complicando non poco le operazioni di avvicinamento.
E’ un essere libero, e finora sono falliti tutti i tentativi di allevamento e riproduzione in cattività, a testimonio di quanto sia magnifico questo dono che la natura elargisce e a memento di come noi dobbiamo rispettarla, sfidandola si, nel suo regno di ombra e felci, ma sempre con tutti i crismi di una nobile e meravigliosa tenzone.
CONOSCIAMOLA MEGLIO: LA BECCACCIA
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