Si. Mi preme dirla questa cosa, e a gran voce, per ribattere alle mille superficiali diagnosi basate su provenienze che non provano nulla, su osservazioni con la vista corta e, quel che è peggio, su documenti che documentano tutto fuorché la questione in oggetto.
Il fatto, acclarato ed accettato, che il pointer inglese derivi anche dai bracchi portoghesi e spagnoli significa solo che alcuni, non tutti, fra i suoi progenitori erano dei bracchi portoghesi o spagnoli. Ma non è questo che determina l’origine. L’origine di qualcosa è laddove un sapiente alchimista ha voluto e saputo dosare gli ingredienti a sua disposizione per creare un’entità nuova, sensata, ripetibile e ripetuta, dotata di proprie particolari caratteristiche. Quasi tutte le razze canine così come le conosciamo adesso sono frutto di manipolazione genetica da parte dell’uomo, che ha privilegiato la selezione di determinate qualità funzionali ai suoi scopi. Tali qualità erano portatrici di caratteri ad esse legate, inscindibili e comunque alla lunga qualificanti la tipicità della razza. Per intenderci, il dobermann è tedeschissimo, pensato e selezionato da un esattore delle tasse, tale Louis Dobermann, per difendersi dagli aggressori. Il signor Louis però, pur utilizzando l’agguerrito sangue pinscher, germanico fino al midollo, adoperò altresì il britannico e velocissimo greyhound per dare a quel cane che era ancora nella sua mente la splendida costruzione che lo ha reso celebre. Sissignori, proprio il levriero inglese: il grande cacciatore d’oltremanica. Questo però non toglie nulla al fatto che la razza dobermann sia tedesca, anzi fra le più tipicamente teutoniche del mondo canino. Oppure, che dire del mastino napoletano? Molosso romano finchè vogliamo ma discendente in linea diretta, anzi direttissima dal mastino del tibet. Allora vogliamo dire che il nostro molosso nazionale sia d’un colpo diventato cinese? Impossibile, essendosi formato nelle arene di Roma e delle sue province dell’Italia del sud.
ESEGESI DELLE FONTI: L’ORIGINE DEL POINTER
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