Me ne accorsi dall’atteggiamento del cane, che mutò la direzione di avanzamento e prese a battere il campo in senso trasversale, saltando i filari come farebbe un purosangue con le siepi del Grand National. Poi, di colpo diminuì la velocità, riducendola ad un galoppo leggero e sospettoso. L’atteggiamento del cane iniziò a mettermi in allerta e trasferii il fucile dalla spalla sotto il braccio. Il “campo”, era in realtà un insieme di almeno una ventina di appezzamenti che si estendevano quasi a perdita d’occhio dando l’impressione di trovarsi in un lago verde scuro, punteggiato di rosso. Io camminavo lungo le capezzagne, mentre il cane sembrava deciso a non uscire in nessuna maniera da quei campi. Mentre iniziavo già a guardare l’orologio, pensando anche alla gravosa scarpinata di ritorno, Zagor accennò ad una ferma. Poi ruppe, sciabolò l’aria puzzolente di pomodoro, che pareva quella di una pentola a pressione, accennò ad una filata ed infine rifermò, solido come un blocco di granito. Frullò una coppia di starne e ne abbattei, malamente, una sola costringendo il cane ad un recupero abbastanza oneroso, considerando il caldo e la fatica.
Non era facile per nessuno potersi impossessare di quella starna. E considerando il caos che c’era stato in quelle campagne fino a poche ore prima, sulla sua presenza non avrei scommesso neanche un caffè. Ma sono certo che se non avessi avuto un pointer in quel modo, con la sua costruzione potente ma agile, con quelle doti di equilibrio e con quella aviquerenza, tutto ciò che avrei potuto raccogliere sarebbe stato una caldata e qualche pomodoro per farmi un’insalata di consolazione.
Zagor, figlio di nessuno ma cacciatore vero e completo, aveva percepito la presenza della starna in fuga disperata fin dalla prima sciabolata dimostrando attenzione e sensibilità, e pur continuando a battere diligentemente il campo non aveva mai smesso di concentrarsi su quel flebile indizio, inquinato da tutto il pomodoro di questo mondo. Era andato avanti, aveva corso, aveva lottato contro il caldo e l’odore penetrante ed infine aveva individuato la starna, fermandosi e fermandola inesorabilmente, e dimostrando una volta ancora al suo fortunato amico a due zampe cosa significava davvero voler vedere ” L’altro lato del colle”..
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