Si diceva che gli ambienti sono ventilati. Il vento è il grande alleato del pointer. Il solo che può aiutarlo. Ma è come un destriero potente: se il cavaliere lo comprende e lo cavalca a modo, lui lo porterà ovunque e qualunque cosa accada; se, viceversa, cercherà di sottometterlo con la brutalità, il cavallo, inevitabilmente gli farà pagare un conto salato. Il buon pointer che cacci le starne a modo, deve gestire questo “cavallo”, deve esserne il confidente, deve capirlo. Non servirà un naso potente se la presunzione avrà la meglio sulla sensibilità e l’arroganza sostituirà l’intelligenza. Come un destriero focoso, appunto, il vento potrà impennarsi ed il pointer allora dovrà assecondarlo con decisione, però mantenendolo sempre sotto controllo. Poi, di colpo s’attenuerà, si ridurrà fino a diventare un refolino leggero e quindi sarà il cane a doverlo cercare andandogli incontro, giocando di fino esattamente come farebbe un cavaliere sensibile ed esperto con il morso e le redini. E naturalmente tutto questo dovrà avvenire ad una velocità sempre consona ad una proficua perlustrazione. Non è facile, ci vuole il motore adatto, il telaio giusto, la benzina idonea. La “marca” migliore per fare questo lavoro in quegli ambienti rimane quella “pointer” però, attenzione: il sol fatto di appartenere a questa razza non abiliterà automaticamente alla caccia delle grigie. Molti soggetti non hanno fondo, molti altri non hanno cervello. Altri ancora, per fortuna una minoranza, non hanno né l’uno né l’altro, nonostante la starna ad un cane li richieda entrambi per poterlo considerare un degno antagonista.
La colpa è di una selezione della razza che ne ha privilegiato l’impiego sterile in competizioni che a poco a poco sono diventate il monumento a se stesse. Costruzioni troppo leggere, dimensioni spesso da breton nonché casse toraciche piatte, strette ed incapaci quindi di assicurare l’adeguamento della resa sulle distanze da caccia, hanno aumentato la velocità in maniera folle ed inutile ed hanno svilito lo spirito con il quale questa razza, tre secoli addietro venne forgiata.
Nei casi più disgraziati, la ricerca della velocità ha portato alla diminuzione dell’elemento magico per il reperimento delle starne nel loro ambiente, ma indispensabile per tutta la selvaggina: la sensibilità. E’ un elemento certamente impalpabile, misconosciuto o meglio volutamente trascurato, di cui molti si ostinano a non voler tenerne conto e colpevolmente sono stati dimenticati gli ingredienti che lo compongono: costruzione corretta, mente efficiente, carattere equilibrato, che poi sono i medesimi elementi che concorrono a rendere un cane proficuo ed un naso eccellente. Come mai pesano così tanto? Vi risponderò con due esperienze di caccia alle starne con il pointer che ho vissuto in prima persona, tempo fa. Una è negativa, l’altra magnificamente positiva.
POINTER E STARNE : L’ALTRO LATO DEL COLLE…
CopertinaCondividi:





