Daniele Casini ed Emanuele Bandinelli sono indaffarati come ingegneri quando arriviamo nella radura fra le piante, sporta a mò di balconata su un borro irto e scosceso.
” Adesso posizioneremo i richiami sui rami di questo leccio ” spiega Daniele indicandomi una serie di tubi color del bosco. “Queste sono Roubaisienne, canne da pesca telescopiche che noi adoperiamo come aste per issare i piccioni da richiamo sui rami ad altezze che non potremmo raggiungere senza..” . Emanuele, che sta preparando Pippo, il suo “rosato”, mi mostra nel dettaglio il rullo in cima all’ultimo segmento della canna su cui il piccione verrà posato e quindi

Emanuele con Pippo
innalzato all’altezza voluta. Daniele ed Emanuele sono esperti allevatori di piccioni da richiamo, e di questi animali conoscono ogni segreto, compresi quelli per riconoscere il sesso dell’animale abbattuto. La passione che traspare dalle loro voci mentre mi parlano dei loro allievi migliori, della loro progressione nell’apprendimento e dei segni caratteristici che permettono d’intravedere un fuoriclasse, è tale che anche un incallito cinofilo come me non può fare a meno di sentirsi trasportato in una dimensione venatoria spesso sconosciuta, ma densa di un fascino alchemico ed ancestrale come tutto ciò che permette di scrutare tra le pagine del grande libro della Natura.






