Col nome di lemuri i romani volevano significare le anime dei trapassati di cui gli spiriti benevoli proteggevano la casa e la famiglia in qualità di Lari domestici. Ed in effetti la fisionomia e le attitudini un po’ misteriose di queste simpatiche proscimmie ricordano quelle di esseri soprannaturali, con i loro arti lunghi, le teste rotonde e gli occhi grandi e profondi.
L’area di diffusione dei lemuri comprende l’isola di Madagascar e le isole vicine, ma questi animali si incontrano pure in Africa e qualche volta anche nelle isole dell’Asia meridionale.
Tutti, senza eccezione, si trattengono nelle foreste e in special modo le foreste vergini impenetrabili ricche di bacche e di insetti. Non evitano la presenza dell’uomo ma non si può dire neppure che la cerchino, essendo animali piuttosto notturni. Come tutti gli appartenenti al medesimo ordine, si nascondono nei luoghi più oscuri della foresta oppure negli alberi cavi dove si raggomitolano e dormono indisturbati assumendo delle posizioni del tutto speciali: qualche volta si pongono a sedere sulla parte posteriore del corpo, si attaccano fortemente con le mani alle gambe allungate, ripiegano la testa e collocandola in mezzo agli arti inferiori la avvolgono con la coda passandola anche intorno alle spalle. Altre volte invece si raggomitolano strettamente due per due formando una pallottola e si avviluppano a vicenda con le loro code in modo da formare una sola massa rotonda. Disturbando una di queste palle di peli si vedono subito spuntare due teste che guardano con tanto d’occhi l’importuno visitatore. Il sonno dei lemuri è leggerissimo: il ronzio di una mosca o quello di uno scarafaggio basta per svegliarne parecchi. Allora essi drizzano gli orecchi, mentre per un istante i loro grandi occhi guardano intorno con un’espressione trasognata. Questi animali, allo stato naturale, soffrono immensamente la luce e i loro occhi ne
rimangono feriti assai più di quelli di tutti gli altri mammiferi. Molti lemuri si svegliano soltanto al sopravvenire del crepuscolo, cosa questa che non si osserva negli individui tenuti in cattività.
Sopravvenendo il crepuscolo, i lemuri si risvegliano, e prima di incominciare la loro solita scorreria attraverso l’ampio territorio in cui sogliono andare a caccia, si ravvivano e si lisciano a vicenda il pelame facendo udire la loro voce abbastanza forte e un po’ inquietante, Il grido che mandano tutti gli individui riuniti insieme è tale da far raccapricciare coloro che lo sentono per la prima volta poiché non soltanto produce un enorme volume sonoro, ma ricorda il ruggito delle belve, e soprattutto quello del leone. Da quel momento in poi essi incominciano le loro esplorazioni con una agilità ed una sveltezza di cui nessuno li avrebbe creduto capaci vedendoli dormire e sonnecchiare durante la giornata, eseguendo arditi esercizi ginnastici e salti da un ramo all’altro a distanze incredibili, e arrampicandosi in velocità sui tronchi degli alberi e sui rami più robusti.
Il lemur catta , o maki, è un lemure piccolo e grazioso tipico del Madagascar, che raggiunge la statura di 40 cm e la cui coda invece è lunga anche mezzo metro. Il pelame, lanoso e fitto, varia dal colore grigio al rosso bruno, con la faccia, le orecchie e la gola bianchi, il naso nero e gli occhi circondati da macchie rotonde come una sorta di occhiali, e la coda folta e anellata. Questo animale vive soprattutto nella porzione sudoccidentale dell’isola e si distingue per la leggiadria e l’eleganza dei suoi movimenti.
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