La caccia prediletta da Puccini era quella alle folaghe, che però lui esercitava dal barchino singolo e non con il sistema della tela, tipico del luogo ma che non incontrava i suoi favori. L’avvocato Ugolini infatti, proseguendo nella sua memoria, ricorda quando una volta partecipò ad una di queste spettacolari cacciate proprio a Torre del Lago : “..Ricordo la caratteristica sua figura ritta all’estremità di uno dei
pontili…I barchini, prendendo il largo gli sfilarono davanti ed Egli aveva un po’ l’aria di passarci in rivista col suo sorriso bonario ed arguto di cacciatore….si trattenne un pezzo interessandosi ai tiri che rombavano….fu una delle tele più proficue che si ricordassero da anni; tiravamo con ardore indiavolato: Puccini ci guardava!”.
La prima rappresentazione postuma della Turandot, completata da Alfano su appunti dello stesso maestro, avvenne al Teatro alla Scala di Milano il 25 aprile 1926 diretta da Arturo Toscanini. Il grande direttore, concluse la rappresentazione proprio nel punto in cui Giacomo Puccini aveva interrotto la sua opera. Per lunghi istanti, la dirigenza del teatro sudò freddo, temendo la reazione del difficile pubblico della Scala ad una chiusura senza finale. Ma era una paura ingiustificata: loggioni e platea esplosero in un applauso indimenticabile, salutando per l’ultima volta il Maestro di Torre del Lago.
GIACOMO PUCCINI : L’ULTIMO APPLAUSO..
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