All’interno del Golestan, numerose sono le testimonianze di una tradizione venatoria leggendaria. Miniature, tappeti, scatole intarsiate, coltelli ed armi che parlano di tempi in cui la caccia al leone asiatico era praticata secondo rituali ferrei ed efficacissimi, e con tutto lo sfarzo proprio delle dinastie sassanidi, che dominavano la Persia ben prima dell’arrivo dell’Islam. Ne vedo testimonianza 
in antichi medaglioni, in piatti d’argento, in stampe e dipinti e su qualcuna delle meravigliose e tipicissime scatole intarsiate. Alla stessa maniera, la caccia a capre selvatiche e gazzelle con l’aiuto dei saluki, i favolosi levrieri persiani, sono rappresentate perfino fra le trame dei tappeti di Qom, i più pregiati del mondo, con colori talmente belli da far sembrare grigia qualsiasi fotografia. La storia di un popolo e la sua caccia si mescolano
spesso, e la seconda è sempre figlia della prima. Attualmente la caccia con i levrieri è praticata da nuclei di appassionati tradizionalisti, anche se purtroppo la maggior parte di noi cacciatori occidentali conosciamo l’Iran solo per le sue beccacce, selvaggina qui considerata di poca o nessuna importanza.
Magico Iran
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