Al momento di scioglierli, i beagles schizzeranno via come folletti , spesso tutti insieme nella stessa direzione alla ricerca della passata notturna, tenendo sempre costantemente d’occhio il conduttore . Analizzeranno rapidamente il terreno, quasi a guisa di cani da ferma , battendo l’eventuale campitura in molta della sua estensione.
In questa fase , ho constatato che i beagles non si allontanano mai più di tanto: essi hanno necessità di sentire vicino il conduttore, di vederlo, e saranno prontissimi ad obbedire se indicheremo loro un punto che vogliamo che controllino. Il loro naso è ottimo anche se non quanto quello dei colleghi francesi e, forse, italiani e ciò, insieme alla struttura mentale votata alla caccia a forzare, impedirà ai beagles di attaccare la passata in un punto molto freddo e lontano dal covo, per andare invece a prodursi in un accostamento che sarà usualmente di breve o media durata, ma scorrevole e morbido. Sulla passata la loro celebre voce potrà udirsi squillante e decisa , ma ancora senza quella caratteristica nota “arrabbiata” che , pur nell’armonia di un timbro melodioso, contraddistinguerà l’inseguimento. A proposito di questo , il piccolo Inglese è nato per inseguire: pur non essendo un “ispettore Callaghan” della seguita , come ad esempio il cugino foxhound, egli non è neanche un “Poirot” tutto metodo e calcoli, come , per intenderci, un gran bleu o un bloodhound . Del primo non possiede il fisico, dei secondi non dispone del naso, rimanendo tuttavia sulla lepre una delle razze più vantaggiosamente utilizzabili , soprattutto, per colmo di paradosso, da chi ama cacciare da solo o al massimo con un compagno.