Il Bardo di Tunisi, il più antico museo del mondo arabo e dell’Africa, contiene al suo interno quella che è la maggior collezione di mosaici romani esistente nel mondo. Noi lo abbiamo visitato dedicando un occhio particolare a quelle composizioni che ci hanno tramandato in maniera suggestiva gli usi e i costumi venatori di 2000 anni fa. Bardo è un sobborgo di Tunisi. La località ospitò fino alla seconda metà del XIX secolo la fastosa residenza del bey husseinide, il reggente di Tunisia, ossia di quella che era formalmente un’altra provincia dello sterminato impero ottomano. Proprio in questo palazzo di tre piani, molto luminoso con i suoi saloni arabescati e i cortili interni progettati per la vita agiata del bey e delle favorite del suo harem, circondato da un rigoglioso giardino, si pensò nel ‘800 di trovare una collocazione per il ricco patrimonio archeologico, e non solo, che la Tunisia poteva vantare. Tale patrimonio è l’eredità lasciata dai vari conquistatori a questa terra, passata dalla dominazione cartaginese a quella romana, per poi essere devastata dai vandali e riconquistata dai bizantini, fino all’arrivo degli arabi, sostituiti a loro volta dai turchi che presto avrebbero fatto spazio ai colonizzatori francesi. Fu così che l’attuale Museo Nazionale del Bardo venne inaugurato in questi locali il 7 maggio 1888.