Nessun problema di budget invece, si presupporrebbe, per il mecenate del quadro nella figura 4 . Ben tre splendidi levrieri scozzesi con in più il loro “master”, sdraiati sotto una roccia per raccogliere le idee e le forze prima di arrivare sul cervo . Tuttavia il quadro è di piccole dimensioni, circa 26 per 36, dunque ciò lascerebbe spazio ad alcune ipotesi: o è un autoritratto, o s’è trattato d’una ispirazione spontanea, come del resto era frequente poiché non v’era alcun problema a vendere quadri con soggetti cinofili, venatori ed equestri, oppure ancora il committente era meno abbiente di quel che si potrebbe pensare. Fatto sta che James Hardy, l’artista, nel 1872 ha tratteggiato con grande eleganza una scena di quelle che oggi purtroppo non si vedono più. Ancora una volta colpisce la conoscenza dell’anatomia e lo spirito d’osservazione riguardo alla morfologia delle razze, mentre i colori dei cani, dell’uomo e dell’ambiente sono uniformi ed armonicamente fusi tra loro digradando senza sbalzi, in ossequio alla migliore tradizione accademica britannica.
Ottocento inglese – seconda parte: inizia l’epoca d’oro….
L'angolo della musaCondividi: