La tortora comune si trattiene nelle regioni di pianura anche prossime alle zone abitate, nei boschi di latifoglie e ovunque vi sia abbondanza di cespugli o roveti, ma non evitando nemmeno i terreni aridi e le distese erbose, e prediligendo i terreni lungo i corsi d’acqua o i terreni coltivati. Interessante notare che la giornata di questo uccello sembra obbedire a un programma prestabilito, e che ogni azione pare effettuata in un tempo determinato, cui si deroga solo di rado. Al mattino, al suo risveglio sui rami dove ha trascorso la notte, la tortora suole dedicarsi alla pulizia del suo piumaggio eseguendo al contempo un lungo concerto, quasi un auspicio per la bella giornata che si preannuncia. Successivamente le coppie e i piccoli gruppi di individui lasciano le
piante e volano verso i terreni del pascolo. Arrivati a destinazione, procedono rapidi e affaccendati su terreno alla ricerca di semi, germogli, molluschi e altri piccoli invertebrati che inghiottono insieme con piccole quantità di terriccio per favorire, nel gozzo, la più completa triturazione del cibo. Nelle restanti ore della mattinata i gruppi, se indisturbati, si dedicano ai giochi collettivi e al canto prima di avviarsi tutti insieme all’abbeverata. Nel primo pomeriggio si ripete ancora l’alternanza del pascolo e dell’abbeverata sino al tramonto quando tutti gli uccelli fanno ritorno nel fitto dove sceglieranno il luogo del riposo notturno. Sebbene la tortora rimanga sul terreno e su esso prevalentemente si sposti, il suo volo è rapido, mai però condotto troppo lungo tranne che nel corso delle migrazioni, ed è intervallato da lunghi e frequenti riposi sui rami, o sui fili elettrici, accompagnato quasi sempre da un armonioso tubare.
« Pag 3 | Pag 5 »







