Le abitudini riproduttive della tortura comune non si differenziano in modo evidente da quelle di tutti gli altri componenti il gruppo. Alla fine di aprile o ai primi di maggio le tortore, partite dai loro quartieri d’inverno, si diffondono nei luoghi di nidificazione. Il maschio, ben nascosto nella fresca e abbondante vegetazione comincia ora a tubare dolcemente modulando le strofe con accenti diversi emettendo una sorta di lamento gorgogliante interrotto da brevi silenzi, udibile anche a distanza. Ad un dato momento l’eccitamento del maschio tuttavia si accentua e le strofe del suo canto fluiscono ininterrotte. L’uccello inizia a muoversi procedendo all’ indietro e battendo le zampe con il piumaggio rigonfio ed eseguendo profonde riverenze all’indirizzo della sua compagna. Dopo questa fase, il maschio esegue quindi un breve volo verticale e piuttosto timoroso da cui ridiscendere sul terreno planando a spirale e allargando le penne della coda, per accostarsi infine alla femmina prescelta e dare ad essa evidenti, tenerissimi segni di affetto. Le cerimonie prenuziali si protraggono a lungo, dando così ragione a chi ha visto e vede nella tortora, fra i tanti simboli, appunto quello dell’amore ed è soltanto dopo diversi giorni che la coppia si appresta alla costruzione del suo nido. Questo, collocato di solito nel folto di una fronda, un cespuglio o un roveto, viene
edificato con ramoscelli secchi intrecciati, ed è talvolta tanto leggero da risultare trasparente. Fra la metà di maggio e i primi di giugno le femmine di depongono due uova bianco giallastre che poi provvedono a covare, aiutate dal compagno, per 13 -15 giorni. Dopo la nascita, la coppia si occupa con estrema tenerezza della prole e affronta per essa qualunque sacrificio anche se durante il periodo della cova è pronta ad abbandonare il suo nido ove fossero state avvistate presenze estranee, giudicate minacciose.
Spesso si effettua in luglio una seconda covata, ma già alla fine di agosto adulti e giovani appaiono pronti a intraprendere la migrazione per ritornare ai quartieri d’origine.







