Con il nome di tortore si definiscono numerose specie di Columbidi, tutte accomunate però da caratteristiche simili. Superfluo sarebbe quindi citarne in questa sede l’intero elenco per cui si ricorderanno soltanto le tre forme che in linea di massima possono considerarsi rappresentative dell’intero gruppo. Il posto d’onore spetta alla nostra ben nota Tortora comune ( Streptopelia turtur) che solo superficialmente ricorda il colombo godendo di una maggiore eleganza e delicatezza forme: il corpo della tortora e infatti più lungo di quello del colombo, il capo è più piccolo e snello con un esile becco dritto; le ali sono lunghe e gli arti più robusti anche se più sottili e adattati in modo perfetto alla deambulazione sul terreno. Le dimensioni complessive si aggirano intorno ai 30 centimetri di lunghezza di cui 11-15 spettano alla coda, con un peso di 90- 160 grammi e un’apertura d’ali di 50- 52 centimetri. A conferire una maggiore bellezza a questo uccello contribuisce anche il piumaggio ricco e serico, cenerino con sfumature rosso vino sul capo e sul collo, alla cui base si trovano 16 penne nere marginate di bianco e disposte in quattro fasce oblique. La colorazione del dorso assume sfumature avana rossastre e quello del petto rosso vinose; le ali sono color nocciola e ciascuna penna di esse reca nel centro una striscetta nera. La coda è
nerastra con timoniere dell’apice bianco; la regione ventrale è bianca; il becco bruno; gli arti sono rosa corallo e l’occhio è scuro, circondato da una zona color carnicino. Nelle femmine i colori sono più pallidi. Più scuro e più decisamente tendente al rossastro il piumaggio di una specie strettamente affine: la tortura orientale ( Streptopelia orientalis) le cui dimensioni sono un poco superiori a quelle della precedente mentre molto più piccola è la tortura del capo o tortora dalla cravatta nera lunga 19 -26 centimetri e dalla struttura agilissima, riconoscibile assai bene per la forma della coda le cui due timoniere centrali sopravanzano le altre.
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