Secondo alcuni Autori nelle regioni in cui la caccia è ben disciplinata e l’azione di salvaguardia della selvaggina é efficace, i fagiani possono raggiungere una densità di un individuo e mezzo per ettaro. Essi abitano le radure, le rade boscaglie e le zone miste, raramente isolati, e più spesso riuniti in branchetti di maggiore o minore entità. Durante la notte, preferiscono trattenersi nei boschi più umidi e fitti, non lontani dai luoghi d’acqua, poiché l’elemento liquido é loro assolutamente necessario. Inoltre, essi ricercano prevalentemente la vicinanza dei campi coltivati, dove si recano di giorno alla ricerca del cibo. L’alimentazione di questi uccelli è piuttosto eterogenea includendo pressoché tutte le sostanze vegetali, come semi, fiori, frutti, radici, germogli e tuberi, ed è integrata tuttavia con un cospicuo numero di animali quali coleotteri,
lepidotteri, imenotteri e ortotteri, piccoli sauri e perfino pipistrelli. La ricerca degli alimenti avviene quasi esclusivamente sul terreno, dove i fagiani si trovano a loro agio e possono correre abbastanza rapidamente, sebbene essi possano anche raggiungere i rami degli alberi con un volo rapido e sostenuto, ma poco resistente, durante il quale le ali frullano rumorosamente.
Di natura selvatica, questi uccelli sopportano a malincuore la vicinanza dei loro simili e sfuggono sistematicamente qualsiasi altro volatile che ad essi si accosti; queste, tuttavia,sono le abitudini da considerare da un punto di vista assai generale, poiché soggette a variazioni, a seconda delle zone di diffusione. Si hanno così fagiani che abitano le regioni rocciose, trovando rifugio negli anfratti e nelle cavità naturali (tra essi sono, appunto, quelli che danno la caccia ai pipistrelIi), altri che durante la notte riposano sugli alberi, per discenderne all’alba in cerca di cibo, allontanandosi molto dai
quartieri notturni, ed altri ancora in cui la sedentarietà é spinta all’eccesso, cosi che essi non si allontanano più di un centinaio di metri dalle zone abituali. Alcuni ricercano costantemente l’acqua, dove si immergono, onde dare una tregua al tormento loro inferto dai parassiti, e altri che, allo stesso scopo, usano avvoltolarsi nella polvere e nel terriccio delle Iocalità a scarsa vegetazione. In tempi normali e lontani dal periodo degli amori, il fagiano fa udire la sua voce soltanto all’alba o al tramonto, ma ciò é sufficiente a riempire di un assordante brusio la zona di convegno e a segnalare i branchi ai nemici naturali, quali i i rapaci notturni e diurni, le volpi, le faine e altri predatori, contro cui il bellissimo uccello è assolutamente sprovvisto di mezzi di difesa e ai quali deve sfuggire, il più delle volte inutilmente, ricorrendo alla velocità della corsa alternata a brevi voli.
Vita e abitudini del signore dell’apertura, il Fagiano…
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