L’autunno è l’essenza della caccia, ne è l’anima più profonda, la nota più dolce ed è bello assaporarlo in compagnia del nostro cane, anche lui trasformato dalla magia di questa stagione. In fondo, la caccia è un moto dello spirito, una dimensione intima vissuta da ognuno in modo differente. Non v’è nulla di obbiettivo nella caccia. Quel fagiano che a me pare poca cosa perché sfrullato con gli stivali , è un tesoro invece per colui che l’ha abbattuto dopo una filata ed una ferma memorabili. Il germano recuperato dal cane nell’acqua fonda di un lago magari sotto un diluvio, è quasi un totem per l’uomo col fucile, eppure è solo un’anatra, come mille altre. Il beccaccino fermato a distanza dal bracco, assume per noi un valore quasi mistico, pur essendo in realtà pochi grammi di penne e becco.
Nessuno è più ricco del vero cacciatore. Il suo carniere, anche quando potrà apparire leggero, sarà sempre pieno di una selvaggina inattaccabile dall’usura materiale: le emozioni e i ricordi. Che alla fine, sono tutto ciò che conta davvero…
L’autunno del cacciatore
Il nido del falcoCondividi: