A proposito di mute, dopo le due opzioni di singolo e coppia, la terza alternativa a disposizione del segugista è proprio il “pack”, ossia l’insieme di tre o più segugi. La linea guida da tenere presente per formare una buona muta è, e rimane, l’equilibrio; questo significa armonia fra le parti, fluidità di movimento, empatia fra i vari componenti e pariteticità di mezzi anche in presenza di dotazioni o specializzazioni diverse. Come e più della coppia, costruire una muta cercando di compensare le carenze dell’uno con i pregi dell’altro porterà solo a diminuire l’efficienza di questo meccanismo e non migliora di molto la prestazione generale. Non servirà dunque una muta composta per una metà da infaticabili inseguitori che però non possiedono naso e pazienza sufficienti per applicarsi correttamente sulla passata, e per l’altra metà da acutissimi investigatori in grado di rilevare l’usta anche sull’asfalto ma inadatti ad un inseguimento che duri più di cinque minuti. Ai sensi pratici, l’età dovrà essere compresa entro un ventaglio accettabile, così come le costruzioni, da ricercare simili per taglia ed ossatura. Molto importante poi è il bilancio degli equilibri gerarchici, i quali debbono tassativamente essere rispettati: non va bene mettere nella stessa muta un vecchio capobranco ed un giovane aspirante tale, un numero di femmine inferiore ai maschi, o cani mostranti un’incoercibile antipatia verso altri colleghi. Ricordiamoci che ciò che vale nel nostro mondo di umani, prevederà sempre un omologo nella dimensione degli amici a quattro zampe, da cui , anzi, noi bipedi traiamo molte delle nostre dinamiche esistenziali. Un errore comunemente commesso, è quello di affiancare a spiccate individualità dei soggetti di mediocre valore. In casi come
questi la muta sarà tale sono di numero, perchè alla fine il lavoro gravoso, i problemi, i quesiti enigmatici e le sfide di velocità e resistenza saranno affrontati solamente da uno o due componenti, che non trarranno alcun giovamento dalla collaborazione che i brocchi fingeranno di elargire. Certo, è sacrosanto costituire la nostra muta giocando su spiccate eccellenze magari specializzate in una fase piuttosto che un’altra, ma a questi fuoriclasse è necessario associare dei segugi che sappiano essere tali, e pur non essendo campioni comunque in grado di fare anche le cose per le quali non sono propriamente vocati. Altrimenti sarebbe come mettere su una squadra di calcio con Maradona e dieci uomini da serie C: forse, la presenza dell’asso supremo consentirà anche di vincere qualche partita, ma di certo, una tale compagine non potrà mai essere definita una squadra.
Caccia col segugio: il numero perfetto..
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