Gli offro un sigaro, ed un altro lo tengo per me; mentre li accendiamo gli chiedo di parlarmi della sua vittoria come allevatore in quello che è uno dei circuiti più prestigiosi d’Europa…
“La vittoria del Saladini Pilastri con Hollywood è un sogno, nulla era prevedibile e c’è stato un connubio fenomenale che l’ha consentita. Ringrazio il grande Umberto D’alessandris, dresseur professionista e conduttore di Hollywood: il primo ad aver creduto nel giovanissimo cane a cotorne, nei contrafforti abruzzesi, e ringrazio Giovanni Esposito proprietario del setter, grande appassionato.
Il percorso di Hollywood al Saladini è stato un avvicendarsi di qualifiche importantissime, fino alla fatidica telefonata dell’amico Umberto: ‘ abbiamo vinto il Saladini Pilastri!’. Un sogno divenuto realtà .
E’ stata una competizione molto combattuta, che ha visto parecchi conduttori e setter battersi per la vittoria al fotofinish, a suon di galli, cotorne , fatica e grande sportività . Alla fine la forza e la bravura, unite ad un pizzico di fortuna in più ci ha premiati, con grande emozione ed orgoglio.
Come sei arrivato al setter inglese? Raccontami del tuo allevamento…
Il setter inglese , amore a prima vista. Figlio di cacciatori di montagna, scorrazzavo dietro i setter di mio padre molto rustici, resistenti ed incontristi. Pian piano la voglia di crescere cacciando sempre più nei contrafforti marsicani con setter inglesi che potessero andare tutto il giorno , appartenendo alla razza quanto più possibile . La ricerca di linee di sangue idonee e setter degni di questo nome, mi toglievano il sonno. All’epoca ricordo che ferveva in casa la decisione di scegliere il percorso di studio formativo più idoneo, ovvero l’universita’, e tra i blasonati medicina, economia,
ingegneria: scelsi biologia. La mia sete di conoscere e saperne sempre di più in ambito genetico e zootecnico non si placherà facilmente . Il preambolo , per spiegare che il setter e le attività connesse ad esso ,come la caccia , ha condizionato le mie scelte di vita sin da fanciullo. Fondamentali sono state le linee di sangue che ho scelto di utilizzare, con soggetti ben testati, e il contributo di allevatori amici che mi hanno dato tale possibilità, come Raiano, Siricorum, Valdichiana, Serpentara, Dianella. Dopo l’ottenimento di soggetti appartenenti alla razza e grandi cacciatori montanari, ho deciso di fare un allevamento riconosciuto ENCI e FCI, con tendenza amatoriale ma dove vengano ricercate assiduamente le peculiarità del setter inglese come: gran ritmo , fondo, istinto alla predazione, metodo nel vento, appartenenza alla razza in tutte le condizioni di caccia e di sacrificio..”






