Con meno selvatici viene fuori il temperamento..
“Esattamente. E allora intravedi il campione, il riproduttore, il fuoriclasse. Molta gente compra i cani all’estero, nei posti dove le beccacce abbondano. Ebbene, questi cani, i primi venti giorni si danno da fare, dopodiché, inevitabilmente si spengono come una candela. Insomma, io seleziono così, e mi sono sempre trovato bene…”.
Domando a Fabrizio Baloci come sia arrivato al setter inglese, e un sorriso gli si disegna sul volto, mentre gli occhi brillano di una particolare luce adamantina..
“Avevo nove anni, e per le feste natalizie, quell’anno genitori e parenti mi regalarono dei soldini. Ma invece di fare come gli altri bambini e spenderli in giocattoli, li misi da parte e appena fu possibile andai a comprare un cucciolo da un signore che aveva i cani. Ricordo anche quanto lo pagai: trentatremila lire! Era un setter inglese. Cominciò così il mio cammino con questa razza magnifica..”
Con che linee di sangue sei partito?
“Beh, la mia prima grande soddisfazione in prova l’ho avuta con Eva di Valdichiana, con la quale vinsi il trofeo Gramignani nell’ormai lontano duemilaquattro. Una vittoria clamorosa e per molti versi inaspettata, considerando che era una delle mie prime prove ad un certo livello. Che ricordi! Eva guidò per cento metri e si fermò granitica, su una leggera, indimenticabile beccaccia..”.






