Una domanda un po’ perfida: ma qual’é effettivamente il “range” medio di utilizzo del setter nel nostro paese? Ossia, questo cane magnifico viene sfruttato appieno da coloro che lo scelgono come compagno di avventure, oppure le condizioni di territorio, selvaggina e calendari ne limita il manifestarsi delle potenzialità?
Domanda legittima ed intelligente che però si risponde da sola.. purtroppo per i nostri tempi,i complici aspetti ambientali, climatici, faunistici, restrittivi, etc.. , a mio avviso il setter viene sfruttato parzialmente per le proprie potenzialità psicofisiche ad eccezione di alcune forme di caccia specialistiche ( beccacce) e prove agonistiche su selvaggina naturale che generalmente si svolgono fuori confine.
Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro dal punto di vista zootecnico e allevatoriale? Ci sono fenotipi che persegui e genotipi che vagheggi? Che problematiche di questo tipo vedi più urgenti da affrontare nel mondo setter in generale ?
Credo fermamente che un aspetto molto importante sia quello di coniugare le qualità venatorie alla classe del soggetto poiché in mancanza di questo connubio indissolubile assisteremmo ad un declino inevitabile della razza medesima. La priorità quindi all’efficienza associata però allo stile medesimo. Ricordiamo che allo stile non si può anteporre l’intelligenza del soggetto, il suo mestiere di trattare e risolvere le emanazioni, di utilizzare il vento in modo efficace per essere performante al massimo. Per gli obbiettivi mi ritengo soddisfatto avendo proposto una costruzione di qualità che permette un’efficace locomozione.
Se volessi sintetizzare in una frase la caratteristica principale per cui
un cacciatore italiano dovrebbe scegliere un setter inglese, preferendolo ad altre razze, che aggettivo useresti e perché..
Razza di grande adattabilità facilmente coniugabile in termini di polivalenza e/o specializzazione. Cani capaci con il loro comportamento di regalare emozioni di qualità assoluta. Rustici al punto giusto predatori istintivi mantenendo un atteggiamento sereno senza eccessi ed in modo alquanto redditizio. Inoltre straordinaria eleganza in ogni manifestazione.
Firenze, illuminata e magnifica, si stende a perdita d’occhio mentre il bicchiere di rosso suggella il nostro saluto fra gentiluomini di campagna. Una stretta di mano, e l’augurio che l’ “arrivederci” sia davvero a presto.
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