30 Dicembre 1989.La sera antecedente a quella data incontrai al Bar del mio paese un vecchio cacciatore, figlio dell’ultimo cacciatore di professione del Po. Persona squisita, corretta e anche ottimo tiratore. Aveva sempre dimostrato simpatia e amicizia nei miei confronti. Quella sera mi rivelò che un giovane cacciatore locale aveva “alzato” una beccaccia sulla nostra riva del Po, a fianco dei resti di un antico pennello che continuava una massicciata creata dopo la grande alluvione del 1951. Queste le sue parole: “Mario prova ad andare lì domani mattina con il tuo spinone Rambo che so essere molto bravo e portato per la caccia alla beccaccia. Se nella notte non nevicherà o se la beccaccia non sentirà l’odore di neve nell’aria, facilmente potresti ritrovarla nello stesso posto. Altrimenti vorrà dire che se ne sarà andata durante la notte”. Ringraziai per la notizia e per la fiducia riposta in me e nel mio grande spinone bianco, dai dolci occhi e dalle orecchie colore del sole che tramonta. Conoscevo bene il posto indicatomi nel quale molti arbusti di rosa canina e la corona dei salici che seguiva il fiume, limitavano molto la visibilità di tiro. Per questo motivo non portai con me il nuovo semiautomatico che aveva strozzatura un po’ accentuata, ma una doppietta che un amico mi aveva ceduto a saldo delle numerose difese in sede penale da me svolte in suo favore. Il fucile aveva strozzature più confacenti al tiro di stoccata nel fitto anche se in verità non l’avevo quasi mai usato.
La mattina dopo arrivai con l’auto a circa un km a monte del pennello ormai quasi distrutto dal tempo e dalla corrente. Quando parcheggiai l’auto era ancora buio ma non nevicava e il terreno era completamente sgombro di neve. Scesi, tolsi la doppietta dal fodero e inserii in prima canna una cartuccia di cartone dell’8, in seconda misi più prudentemente una corrazzata del 7. Visto che dovevo costeggiare la riva del grande Fiume, poteva esserci l’opportunità di sparare ad un Germano Reale o comunque ad un’anitra di altra specie certamente con un corpo e un pennaggio più coriaceo e meno soffice di quello della beccaccia. Feci scendere dall’auto Rambo mantenendolo al guinzaglio fino al sorgere dell’alba. Il Po era aumentato di livello dai giorni precedenti e la corrente era forte. Il cielo era grigio piombo e quindi secondo l’antico adagio “cielo che luce neve produce”.
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