Mentre passiamo, il grifo di un cinghiale dalla mole impressionante ci saluta seguito da una teoria di armature, vessilli e trofei, e il sindaco ci introduce alla sala dei ricevimenti. Il castello di Falkenstein è un punto di riferimento culturale e turistico in cui, in bella stagione, vengono organizzati spettacoli di falconeria, “piece” teatrali, esposizioni cinofile e zootecniche, gite didattiche per le scuole e perfino il luogo dove gli aspiranti cacciatori sostengono i severissimi esami per ricevere la licenza. Dengler ne parla con orgoglio, quasi come se fosse suo, e mentre racconta traspare la fune invisibile che, come abitante del posto, lo lega a filo doppio alla storia di questo fortilizio: “ Il castello ha una storia antichissima di quasi mille anni. Nei secoli che si sono succeduti ha visto l’avvicendarsi e l’insediamento di diciannove famiglie aristocratiche, quasi tutte rappresentanti della più alta aristocrazia tedesca. L’ultima, di queste grandi famiglie sono stati i von Thurn und Taxis, che lo avevano eletto a principale dimora per le battute di caccia di cui erano appassionati. A loro, i precedenti proprietari, i principi di Turingia, vendettero il castello, inclusi i sobborghi e le
tenute di caccia, per l’impressionante prezzo di 150.000 pezzi d’oro, una cifra difficilmente quantificabile in marchi o, peggio, in euro. Qualcosa di simile ad un bilancio statale. Nel 1970, il comune di Falkenstein acquistò il castello dai principi Thurn und Taxis, per creare un polo culturale e attrattivo e quindi riqualificare la zona anche dal punto di vista turistico. Per molto tempo i progetti destinati a questo scopo hanno incontrato ostacoli di vario tipo anche perchè non c’era un indirizzo preciso da seguire. Poi, nel 1982 il comune incominciò a cercare una persona che si occupasse della gestione del maniero. Lo trovarono in un esperto cacciatore e preparatore tassidermista, il quale diede alle autorità comunali l’idea risolutiva: l’antichissimo e nobile castello sarebbe stato principalmente un museo della caccia e della natura. Si iniziarono ad allestire le sale soprattutto con gli animali impagliati di proprietà del nuovo “castellano” fino a quando, l’anno successivo, non morì un noto avvocato del paese, grande appassionato di caccia e ancor più di collezionismo venatorio. La vedova donò tutto il patrimonio di oggettistica e opere d’arte al castello, e così quadri, armi antiche, stampe di
pregio, oggetti e trofei arricchirono vertiginosamente le sale del museo. Il progetto stava prendendo vita sul serio e per favorire questa evoluzione, nel 1984 il comune di Falkenstein mise in piedi una fondazione con lo scopo di aiutare sempre più lo sviluppo dello “Jagdmuseum”. Da lì, il castello ha iniziato una nuova vita, fatta di molteplici attività culturali ”.
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