Al tempo degli amori, precisamente verso la fine dell’autunno, i maschi, e specialmente i vecchi che vivono di solito isolati, si uniscono ai branchi di femmine, che provvedono a sorvegliare assai gelosamente, standosene diritti sopra una roccia, bene attenti che altri maschi non si accostino alle loro femmine, di cui si sentono padroni assoluti. La loro continua agitazione si manifesta, fra l’altro, con cupi brontolii e dai loro corpi promana un fortissimo, caratteristico odore di muschio. Difficilmente i giovani maschi possono avvicinare i branchi di femmine, senza essere assaliti dagli adulti, alla sola vista dei quali, fuggono impauriti per non avere la peggio. Le lotte più accese si possono, tuttavia, osservare fra i vecchi esemplari maschi. Difatti, mentre i giovani combattono fra loro per gioco e per
l’esuberanza stessa della loro età, gli altri, invece, si impegnano nella lotta con furia rabbiosa, scontrandosi a cornate, e spingendosi verso i precipizi che si spalancano al limite delle strette cornici rocciose, che essi prescelgono per le pause: ed è superfluo dire che la palma tocca al più forte. Terminata la lotta, le femmine seguono i maschi riusciti vittoriosi abbandonando il branco, cui si riuniscono solo dopo circa un mese, mentre i rispettivi consorti tornano, ormai quieti e appagati, a vivere in solitudine. La gestazione dura circa sei mesi ( fino a 200 giorni) e, all’approssimarsi del momento del parto, le femmine si allontanano ancora dal branco, per ricercare, ognuna per sé, un rifugio sicuro, di solito un’anfrattuosità
nascosta e bene asciutta dove dare alla luce i piccoli. In genere esse partoriscono un solo figlio, per quanto, talvolta, il numero possa salire a due e solo rarissimamente a tre. Per qualche giorno soltanto i piccoli se ne stanno sdraiati accanto alla madre, che teneramente li cura, lambendone il morbido e lanoso pelo che, lungo e folto, riveste i piccoli corpi. L’aspetto dei neonati è quanto di più grazioso si possa immaginare. Il loro colore è Il loro colore è di un giallo-rossiccio molto chiaro e le zampe esili e lunghe li sostengono a malapena mentre tentano i primi timidi passi. Ma il loro muoversi incerto dura poco, poichè ben presto essi sono in grado di seguire la madre, dalla quale cercano di imitare la tecnica del salto e la destrezza nelle arrampicate, durante le quali inciampano spesso, per rimettersi, peraltro subito ritti, mentre la madre, belando, li segue con ogni attenzione. Ben presto le femmine tornano a riunirsi e, insieme ai piccoli, ricostituiscono i branchi. Ricomincia così per esse la vita in comune, allietata dagli allegri giochi dei piccoli che si rincorrono, fanno capriole e si urtano l’un l’altro con le graziose testoline rotonde. L’allattamento dura circa sei mesi, ma anche quando i piccoli hanno iniziato a nutrirsi di pianticelle tenere ed aromatiche, le madri
continuano sempre a custodire con ogni attenzione i figli, che d’altronde le seguono sempre con immutato amore, non allontanandosi neppure se esse dovessero cadere vittima di qualche accidente. In una situazione del genere, i piccoli camosci sono immediatamente adottati da altre madri, che li allevano con cura eguale a quella dedicata ai propri figli. All’età di circa un anno, cominciano ad apparire sul capo dei giovani, due piccoli cornetti, pressochè dritti, la cui crescita peraltro si accentua particolarmente verso il secondo anno, quando le loro dimensioni eguagliano ormai quelle dei genitori. Le piccole corna raggiungono, successivamente, una lunghezza che oltrepassa i 17 cm , mentre vanno incurvandosi all’estremità. Dal secondo al terzo anno, il loro aumento è di soli 4 cm , mentre il corpo invece, è ormai quello proprio degli adulti. Dopo i tre anni, quando già i maschi atti alla riproduzione si separano dal branco per iniziare la loro vita indipendente, l’allungamento delle corna si riduce ad 1 cm. appena, per variare, in seguito, solo di qualche millimetro. La durata media della vita del camoscio è di quattordici-quindici anni, quella massima osservata di diciotto.






