La Suprema Corte ha fatto sentire la sua autorevole voce. E con la sentenza numero 139 del 23 maggio scorso, ha censurato i Piani di abbattimento affidati a squadre di cacciatori e il loro svolgimento al di fuori dai tempi e orari previsti dalla 157/92. La suddetta pronuncia, emanata per la Legge regionale della Liguria, ha, ovviamente validità nazionale. In sostanza, dicono i magistrati, gli abbattimenti di contenimento della fauna invasiva o soverchiante, non potranno essere più affidati a cacciatori al di fuori dei tempi e degli orari previsti dalla vigente legge sulla caccia, ossia la 157 del 1992. I cinghiali invadono città e campagne costituendo un’emergenza reale e, ahinoi, dimostrabile in tutta Italia? Che se la veda la polizia, tanto son lì solo a fare multe.
Le nutrie colonizzano anche i giardini pubblici? Che le sparino i carabinieri, altrimenti che fanno tutto il giorno?
Gli storni incombono creando atmosfere hitchockiane? Chiamate i vigili del fuoco, che ormai gli incendi e le catastrofi sono fuori moda..
Questo purtroppo è il senso concreto di un pronunciamento difficile da definire. La Cassazione non si discute, è vero, ma è altrettanto vero che gli effetti di una sentenza possono, eccome, essere discussi, commentati e criticati, non foss’altro per trovare una soluzione alle conseguenze che questa può avere sull’intera società.
Siamo fermi al paludamento emotivo ed ideologico. Siamo proni ad un dominante pensiero “politically correct”. Perderemo la guerra e, soprattutto, la faccia se non produrremo una rivoluzione culturale che finalmente veda la caccia come alleata e il cacciatore vero come difensore della vita animale e giammai come distruttore. I giudici della Suprema Corte sono uomini come noi, e non possiamo far loro una colpa per essere influenzati dalle scorie venefiche di certe correnti di pensiero. Tuttavia, è altrettanto ingiusto tacere ed accettare senza quantomeno manifestare dissenso, pur nella doverosa obbedienza alle leggi.
Adesso comunque, siamo soli con noi stessi: saremo pronti ad affrontare il branco selvaggio che ci devasterà in una sola notte un anno intero di lavoro e sacrifici?
No? Chiamiamo Rambo, o meglio James Bond: loro si che hanno licenza di uccidere…