Marialuisa Leonardi, contessa Pompeati si riconcilia con Madre Natura e vi si confonde come Artemide. Una sera di questo secco inverno, la contessa trentina, si racconta nella bellissima casa che fu di un alto prelato, partecipante al XIX Concilio ecumenico tenutosi a Trento negli anni 1545 – 1563.
Le scene di caccia e i trofei scrivono una nuova storia, la casa che mi accoglie è un rifugio pieno di ricordi delle battute di caccia, e di vissuto.
Marialuisa si è innamorata giovanissima di un nobile cacciatore, e per passare più tempo assieme al fidanzato, appassionato di arte venatoria, lo seguiva e lo sosteneva nelle battute di caccia. Divenuta sposa, decise di diventare a sua volta cacciatrice. La vita nei boschi è rifugio ideale per staccare dalla frenetica vita cittadina e dai pensieri, e la pratica dell’arte venatoria è il mezzo capace di riallacciare un autentico rapporto con la natura. La signora racconta di tempi spensierati in Val di Cembra, di felici estati trascorse a Lases, nella casa vicino al lago dalle acque cristalline e nei boschi, dove fin da bambina ha respirato la tradizione venatoria. Il tempo passava al dolce e lento ritmo delle onde che lambivano la riva del laghetto cembrano. Le sere erano affollate di risate e cene con gli amici, con i quali si banchettava a suon di selvaggina e polenta fumante, e dove non mancava mai un buon bicchier di vino e l’ occasione per rispolverare e tramandare le vecchie ricette di famiglia.
(in apertura: la splendida dimora sul lago di Lases)
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