La lettera di un cacciatore vero. Uno di quelli che quando va per boschi e campi ci mette l’anima e il cuore. Tante verità..
“Egregio dottor Sapia,
Conosco e seguo “Caccia Oggi” da diverso tempo, e La seguivo anche sulla rivista Diana pur non conoscendoLa. Poi L’ho incontrata personalmente ad una esposizione cinofila dove non sono rimasto contento sul giudizio della mia bracca: forse non in forma il cane data la sua giovane età 13 mesi e soprattutto inesperienza del conduttore, ma ho acquistato la mia Tosca da un noto allevatore iscritto SABI, per uso venatorio, e nonostante l’età giovane l’anno precedente mi ha dato delle piccole soddisfazioni sia sul fagiano, che, anche se per una sola volta sulla beccaccia. Tornando a Lei, sono rimasto entusiasta della Sua grinta e conoscenza cinofila, e della Sua passione per la conservazione dell’attività venatoria, che molti hanno abbandonato per le esagerate ristrettezze, soprattutto in fatto di selvaggina, nei ns. territori ridotta dall’esagerato numero di predatori e divieti, ma anche per il ristretto periodo cacciabile (vedi altre Nazioni). Per esempio nella vicina regione Umbria la preapertura è di ben 3 giorni mentre da noi solamente il 01/09: abbiamo persone in regione che non ci tutelano per la selvaggina stanziale e migratoria, mentre vengono tutelati solo, come li chiamo io, gli squadristi della caccia al cinghiale. Vorrei aggiungere anche due parole su questi ambientalisti, animalisti etc: mai si sono degnati di recarsi su colline o boschi per il rifacimento di siepi, pulitura di sottobosco dove gli animali possono stanziare e nutrirsi; questo se è avvenuto è grazie a noi pochi cacciatori che tuteliamo la nostra fauna, perché andare a caccia non è solo abbattere il selvatico, ma soprattutto il sottoscritto gode nel seguire il lavoro del cane che fiuta, a testa bassa o alta a seconda della razza. La mia bracca inizialmente galoppa ma improvvisamente all’emanazione del selvatico piccolo o grande che sia rallenta e passa al trotto, rallentando o accelerando a seconda di cosa le entra nel naso ma la cosa più gioiosa è quando mi da la dritta con la sua mobilità della coda e volge a destra o sinistra la testa, poi la ferma più o meno lunga ed infine il frullo: queste sono le vere soddisfazioni che ti fanno gioire, e il portare a casa l’animale passa in secondo piano, anche se ogni tanto è necessario l’abbattimento per premiare l’amico a 4 zampe. Mi scusi per l’essere un pò noioso ma a volte occorre anche sfogarsi per sopravvivere. Ancora congratulazioni per la Sua rivista.
Franco Pierazzini “
Gentilissimo signor Pierazzini,
la ringrazio per le belle parole nei miei confronti e per la sua testimonianza di cacciatore autentico.
Purtroppo, come lei ha acutamente stigmatizzato, la caccia è diventata sempre più una materia spinosa e avara di soddisfazioni materiali, a causa della scellerata gestione del territorio, di calendari venatori ridicoli, per non dir di peggio, e di un ancora eccessivo peso dato alla politica da chi invece dovrebbe rappresentare i nostri interessi di cacciatori. Le squadre dei cinghialai vengono senza dubbio ascoltate di più nelle opportune sedi per due motivi: il primo è che svolgono un ruolo fondamentale in una dinamica delicata e complessa come quella della spropositata emergenza dei suidi, ed il secondo è che sono tanti, e dunque rappresentano un irrinunciabile serbatoio di voti e di tessere. Dobbiamo però guardare oltre queste difficoltà, cogliendo come lei coglie le essenze più vere dell’andare a caccia, ovvero quella comunione col cane e con la natura che ne rappresentano lo spirito profondo, in grado di appagarci come uomini venanti. Il lavoro del nostro amico cane, la sua abnegazione, la sua devozione e la sua guida preziosa per scoprire ogni volta cose nuove devono esserci di sostegno e di sprone. Se teniamo conto di questo, sapremo apprezzare anche quel poco che la situazione faunistica riesce a darci e godremo molto di più le nostre ore di libertà col fucile in spalla.
Gli ambientalisti si dividono in due categorie: quelli veri, a cui appartengono la maggioranza dei cacciatori assennati, e quelli falsi, di cui fanno parte coloro i quali di caccia e natura non sanno nulla e ci starnazzano contro, tenendosi però ben al caldo e al comodo invece di impiegare parte del loro tempo, come lei saggiamente osserva, a pulire boschi e foraggiare animali. Gli animalisti beceri invece, sono una categoria ormai ideologicamente sconfitta della quale non dobbiamo preoccuparci più: si estingueranno da soli e senza rimpianti da parte di nessuno.
Mi dispiace per la sua bracca, che non ho giudicato io, ma certamente trattandosi di un giovane esemplare avrà il tempo ed il modo d maturare adeguatamente sia in struttura che in carattere. Non dia però troppo peso alle esposizioni: la cosa importante è che la sua Tosca sia per lei fonte di gioia e che con essa riesca a costruire un rapporto che da speciale diverrà unico, e sarà in grado di offrirle negli anni a venire soddisfazioni a cui quelle di nessun ring e di nessun giudice potranno mai nemmeno lontanamente accostarsi.
Mario Sapia