Verso l’ultimo terzo del secolo diciannovesimo, l’ideale della Grande Germania era ormai un fatto compiuto. Il Kaiser rinnovava i fasti di quello che una volta era stato l’impero di Carlo Magno e in tutta l’Europa, passata ed archiviata la tempesta quarantottina, si respirava un clima di rinnovata serenità politica.A grandi passi ci si avvicinava alla “belle epoque” con i suoi fruscianti tabarin, ma allo stesso tempo si apriva l’epoca delle grandi spedizioni coloniali e di un rinnovato romanticismo culturale. Nelle arti si faceva strada l’impressionismo, corrente che in Germania poteva vantare maestri di livello eccelso, ma anche le accademie non rinunciarono a un impegno artistico che addirittura le vide rifiorire dopo una lunga fase di quiescenza durata svariati decenni. Era la quiete prima della tempesta, perchè il mondo idilliaco delle corti, dei balli sfarzosi e delle cacce da sogno si sarebbe interrotto brutalmente nel 1914, quando il gesto di un folle scatenò una delle più spaventose guerre della storia dell’uomo, e scrisse definitivamente la parola fine sotto la pagina dorata di un’epoca irripetibile. L’immagine numero 8 è opera di un maestro dal talento inarrivabile: Heinrich Von Zugel. Si tratta di una composizione che risale al 1870 e che rappresenta uno stanco cacciatore, seduto su un masso ed attorniato dai suoi cani, mentre veglia pensoso accanto alla cerva uccisa. La scena è molto realistica, per nulla retorica o impostata, e dipinta con il caratteristico tocco impressionista che connota le opere del grande artista bavarese. Von Zugel nacque nel 1850 in una piccola città del sud dell’impero tedesco, studiò a Stoccarda finendo per diventare, grazie al suo talento, professore alla prestigiosa Kunstakademie di Monaco di Baviera, ed insieme con Lovis Corinth, il geniale Max Liebermann e Max Slevogt, fu uno degli epigoni dell’impressionismo tedesco. Amò moltissimo la natura e gli animali, anche se non ho notizie circa una sua frequenza dell’esercizio venatorio; nel panorama delle sue opere tuttavia l’atmosfera della caccia ricorre spesso, anche se non quanto le celebri pecore, soggetti che esercitavano su Von Zugel un fascino irresistibile, tanto da dipingere una notevole quantità di quadri a tema pastorale. Morì nel capoluogo bavarese nel gennaio del 1941.
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