Premesso che nel Lazio esistono già fin troppi limiti alla caccia, va da sé che ulteriori atti in senso restrittivo sono percepiti dai cacciatori in maniera particolarmente negativa. Il caso in esame rientra pienamente in questa fattispecie, anche perché non si capisce quali siano gli studi condotti a supporto di tale nuova limitazione, per di più imposta ai cacciatori senza essere affiancata da una contestuale, concreta proposta di gestione della specie.
Ammesso e non concesso che la lepre stia attraversando una criticità all’interno dei confini dell’Atc Ri2, non si capisce da quali studi scientifici tale eventuale crisi sia stata certificata, al punto da giustificare un simile provvedimento a poche settimane dall’apertura della stagione venatoria. Inoltre, anche ammettendo che l’atto dell’Atc sia ineccepibile dal punto di vista giuridico, non se ne comprendono affatto le finalità e gli obiettivi tecnici.
Tutto ciò premesso, Federcaccia Lazio non si riconosce nella maniera più assoluta in un provvedimento di politica venatoria che non rientra affatto tra le linee-guida dell’associazione, tanto dal punto di vista tecnico quanto sotto l’aspetto scientifico. Pertanto, prendiamo le distanze dall’atto emanato dall’Ambito Territoriale di Caccia Ri2 e invitiamo lo stesso Atc a ritirarlo.
Roma, 2 Settembre 2016
Ufficio Stampa Federcaccia Lazio – Federcaccia Rieti