La donna rispose al saluto e mandò con un cenno il figlio maggiore in cucina a prendere una brocca, affrettandosi ad aggiungere : – Mi dispiace di non aver del vino, ma in questa costa bruciata dal sole la vite non fa…- asciugandosi la fronte con un fazzoletto.
– Non preoccupatevi: non bevo mai vino a caccia! Piuttosto, tutti questi ragazzi sono vostri?
– Altrochè – esclamò la contadina sorridendo – e ne mancano altri quattro: il grande è soldato, l’altro è in Germania a lavorare, le due figlie fanno le cameriere in Francia…Che vuole signor mio, la fame li ha fatti scappare. Sapesse quanti patimenti in questa casa!- e si volse a guardarla quasi con paura. Poi riprese: – Otto figli vivi e tre morti. Ed io da sola, con il freddo e la fame…
Chianini la fissò pensoso, attanagliato dallo stesso velo di tristezza che avvolgeva lo sperduto casolare. Bevve avidamente l’acqua che il ragazzo gli aveva portato e poi chiese : – Vostro marito è morto giovane allora?
La donna emise un sospiro, guardando un punto dell’orizzonte ed appoggiandosi pesantemente al tavolaccio dove i fagioli venivano pestati.
-Aveva appena quarant’anni..- aggiunse. Poi, come se un bisogno frenato da tempo immemorabile fosse riuscito finalmente a trovare sfogo, proseguì : – Fu un’invernata terribile. Quattro mesi di neve continua e in casa non c’era rimasto più niente: né un chicco di grano, né castagne, né nient’altro. I ragazzi avevano fame e piangevano.
Uno di loro l’avevo ancora attaccato al petto e chiedeva il latte. Sapesse quante volte gliel’ho dato da digiuna! Mio marito, il mio povero Lello, durante l’autunno aveva fatto alcuni panieri di giunco. Poi c’erano i miei orecchini di nozze e tre galline nel pollaio. Si decise di provare a vender tutto, per poter acquistare un po’ di farina. Lello scese ad Arezzo, un mattino di sabato, e riuscì a fare qualche soldo. La sera tornando, si fermò al mulino di Contea per caricare sull’asina due sacchi di farina. Incominciò ad infuriare una bufera di neve talmente forte da sbarbare i castagni. I mugnai del mulino lo volevano trattenere ma lui, sapendoci digiuni, volle mettersi ugualmente in viaggio per tornare a casa, e s’avviò che era già notte..
DIARI DI CACCIA: L’ACQUA DELLA VEDOVA
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