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Federcaccia Piemonte: L’abito…non fa il Monaco

Dal Territorio
21 Luglio 2016 di Redazione Caccia Oggi
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Dev’esserci stata qualche motivazione particolare, o qualche spinta potente, se l’ineffabile dr. Alfredo Monaco, da un paio d’anni inquilino di Palazzo Lascaris, ha presentato un’interrogazione classificata “indifferibile ed urgente”, e questo il 21 giugno, primo giorno d’estate. E forse proprio il bollore della nuova stagione, o un solstizio carico di significati magici, deve aver indotto il capogruppo di Scelta Civica in consiglio regionale, e per la verità anche il suo unico esponente, ad affondare il piede sul gas per veder soddisfatte le sue curiosità.
Ma cosa si cerca di scoprire di tanto grave con un atto così perentorio? Quale mistero si nasconde lì dietro?
Semplice, il simpatico consigliere regionale vuole appurare con quali soldini i cacciatori si sono recati a Torino il 10 giugno, per sfilare sotto le finestre della Regione in una grande manifestazione, civile ed ordinata.
Certo, i cacciatori si erano riuniti “…per protestare contro le scelte della Giunta Regionale in materia di attività venatoria…”, ma era una lecita manifestazione di dissenso, garantita dalla Costituzione: il sale della democrazia!
A.T.C. e C.A., ci ricorda il solerte consigliere, hanno “…come finalità la gestione di territorio agro-silvopastorale per attività venatorie…” e non possono agire contro la Regione utilizzando i soldi dei contribuenti, quattrini versati a favore di quegli enti per i fini istituzionali.
Sbaglia qui il dr. Monaco, certo maldestramente consigliato da qualche apprendista stregone, perché non sa come i soldi di cui dispongono A.T.C. e C.A. provengano in gran parte dalle tasche dei cacciatori, e solo in minima parte dalla Regione, avara nel dispensarli come Giove Pluvio le sue preziose gocce d’acqua nel Sahara!
E se qualcuno, ma chissà chi sarà mai questo suo improvvido suggeritore, gli avesse davvero raccontato la verità, lui, da politico astuto e capace qual’ è, eccellente polemista, avrebbe scoperto che con i soldi dei cacciatori ambiti e comparti possono persino fare ricorsi al Tar contro la Regione, proprio come la recente storia ci insegna.
Lui non molla, e nulla vuol farsi mancare, ed ora, pochi giorni dopo quell’iniziativa, Alfredo Monaco risulta anche firmatario del…famigerato emendamento al dl. 210, quello con cui alcuni consiglieri regionali vorrebbero punire i cacciatori, colpevoli di d’aver manifestato in piazza il loro dissenso, e probabilmente anche di averli ripetutamente…legnati di fronte al giudice amministrativo regionale che ha sempre condannata la Regione.
“Vieteremo anche gallo forcello e coturnice” pare abbiano pensato le eccellenti menti che hanno partorito l’iniziativa, inconsci del fatto che faranno schiantare nuovamente Regione Piemonte contro il muro della legalità, e la stessa Costituzione Italiana. Alle ritorsioni e alle minacce si risponde con fermezza e senza paura. Sempre!
Insomma, noi cacciatori siamo di fronte ad un esponente della maggioranza, ma che in tempi non lontani stava dall’altra parte e militava nel centrodestra più schierato (per rimanere in argomento, ha fatto il tipico…salto della quaglia!), iperattivo, attento e stuzzicato da tutto quanto ruota attorno al delicato mondo della caccia.
Se però l’uomo è davvero curioso, interessato alla sana gestione del denaro pubblico, interroghi gli amministratori subalpini suoi colleghi, l’assessore e il suo staff tanto per cominciare, e chieda loro quanto sono costate le folli ed inutili difese di regione Piemonte contro i cacciatori: tre ricorsi su tre perduti malamente, giacché i cacciatori ne avevano spesi di propri, al contrario della controparte che aveva attinto alle casse pubbliche, sperperando soldi!
Scopra, questo simpatico consigliere un tempo tanto nostro amico d’averci dedicata una newsletter titolata “Il Sovrapposto” (“La Doppietta” forse già c’era!), che fine facciano le tasse che annualmente i cacciatori piemontesi versano nelle casse della Regione (circa 3 milioni d’euro), o dove sono finiti quei 3000 euro che il Tar stabilì fossero versati ai ricorrenti cacciatori dopo il secondo ricorso vinto. Quelli sono soldi nostri, avuti li devolveremo.
Una cosa giusta però lui l’ha scritta, e noi lo riconosciamo: sono solo 5 su 7 le associazioni venatorie riconosciute che hanno promosso la manifestazione, le uniche da prendere in seria considerazione da parte dei cacciatori, perché altre 2, e tutti noi le conosciamo bene, hanno creduto preferibile sacrificare gli interessi di caccia e cacciatori a vantaggio della ricerca di favori futuri, o per pagare pregressi debiti politici. Insomma, cose di partito.
È proprio vero che l’abito non fa il monaco, e…gratta, gratta alla fine salta fuori sempre la politica, i voti, perché di caccia, o di come si spendano i soldi pubblici, a tanti nostri ben remunerati amministratori interessa ben poco!

Federcaccia Piemonte


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