“Il rinnovamento è “linfa vitale” dell’ARCI Caccia e il Comitato del Lazio ha
voluto mettersi “nelle condizioni” di costruire un modello organizzativo
più rispondente all’associazionismo “no-profit”, quello che lavora senza
fini di lucro nell’interesse della società. All’unanimità, ha scelto il suo
nuovo Presidente Giuseppe Pilli “volontario di lungo corso” in servizio
permanente effettivo.
Un curriculum di tutto rispetto: famiglia, lavoro, ARCI Caccia e una
passione, quella della caccia.
Laureato in Scienze Geologiche, Pilli, classe 1960, le ha fatte “tutte” per
la caccia. Presidente provinciale a Viterbo, Presidente dell’ATC, Giudice
Cinofilo dell’ARCI Caccia, e ancora e sempre, prezioso punto di
riferimento del Circolo di Gallese.
Clima positivo e ritrovato spirito da grande famiglia che ha portato ad un
voto unanime. Nel passaggio della “staffetta” concordato con Claudio
Terribili già Presidente regionale e Provinciale di Roma, che sarà ancora
più impegnato nell’Associazione come supporto operativo per il Comitato
Regionale e per la città di Roma, al servizio del rinnovamento e del lavoro
nel territorio.
La Direzione Regionale ha rafforzato l’organigramma dei volontari
invitando permanentemente nelle riunioni dell’Esecutivo Salvatore
Piedepalumbo che seguirà l’attività sportiva oltre a dirigere l’ARCI Caccia
di Monte Spaccato, e ha chiamato Edoardo Tagliacozzo, leader di
Palestrina, ad una più organica presenza nel gruppo dirigente. Tutti da
subito al lavoro per preparare una nuova organizzazione territoriale
dell’ARCI Caccia che propone la costituzione dell’Area Metropolitana di
Roma e di un Comitato Territoriale della Provincia romana che
interfaccino direttamente con il Regionale. Nel Lazio c’è bisogno di un
ARCI Caccia che si dia una marcia in più.
La finalità è un più moderno sistema di rete associativa per rispondere di
più e meglio alle richieste dei cacciatori che hanno scelto in numero
superiore, rispetto all’anno 2014, la Tessera dell’ARCI Caccia e non solo
nel Lazio. Serve una più efficace capacità di intervento nella gestione
faunistica e nell’interloquire con le istituzioni, in particolare con la
Regione Lazio che non può ignorare pregi e difetti di alcuni Ambiti
venatori.
Superata dalle leggi la “Provincia” (e ci chiediamo chi saranno e ove si
collocheranno le guardie “caccia e pesca della “ex”) è tempo che il
lavoro degli ATC del Lazio si omogenizzi per produrre fauna e ambiente e,
in particolare, è ora che la Regione “batta il tempo” del buon governo del
territorio di cui, nel Lazio, non si è mai sentito “l’eco”.
Per far sentire la voce forte della caccia buona e sana l’ARCI Caccia si
organizzerà con gruppi di lavoro tematici, supportata da tecnici ed
esperti affinché il fallimento del “pronto caccia” di cui sono responsabili
alcuni noti ATC non sia la fine dell’attività venatoria ma si trasformi in
resurrezione di una prospettiva di produzione faunistica allo stato
naturale, l’unica che può gratificare in modo duraturo i cacciatori ed
interessare i cittadini, come ricchezza nel panorama rurale.
Roma, 16 giugno 2016 ”
Arci Caccia Comitato Regionale Lazio





