Un boscaiolo di Giaveno, in Piemonte, mesi fa ha denunciato ai carabinieri di essere stato aggredito e morsicato da un lupo, mentre si trovava lungo un ruscello, intento a pescare riportando un morso ad una gamba e finendo in ospedale. La Federcaccia locale ha raccolto la sua storia e l’ha diramata informando la nostra redazione e inviando i suoi indumenti e la sua canna da pesca rotta usata per difendersi, all’Università di Torino per scoprire la verità sulle tracce biologiche dell’animale che lo ha assalito. I lupi sono tornati in buon numero sulle nostre montagne, e in tutte le aree montuose e boschive d’Italia, isole escluse: la loro presenza viene documentata dalle carcasse di animali divorati lasciate nei boschi, dagli attacchi alle greggi e dai ripetuti avvistamenti a ridosso delle case.
In Abruzzo, alcuni mesi fa, in alcuni paesi che ricadono nel perimetro del parco nazionale, e anche in Ciociaria, sono state registrate numerose incursioni di orsi, con i plantigradi giunti quasi al centro del paese montano causando danni e riportando timori tra gli abitanti. In particolare a Settefrati, un orso bruno è tornato vicino al centro abitato, ha ucciso un vitello e danneggiato un frutteto. Ad Alvito, una donna durante una passeggiata serale si era ritrovata faccia a faccia con l’animale e solo per un colpo di fortuna si è salvata dall’attacco della belva.
Episodi fra i tanti, e solo negli ultimi tempi.
Stamattina, otto aprile 2016, un attivista della Lav, invitato da Franco Di Mare ad Uno Mattina insieme con la giusta denuncia di allevamenti che maltrattano gli animali, ha annunciato di voler indire un referendum, o qualcosa del genere, per equiparare il coniglio al cane, imponendo quindi il divieto di macellazione in Italia e mettendo in discussione il diritto e la propensione naturale dell’essere umano a cibarsi di carne. L’oscurantista di dubbia fede, in due parole, ha preteso di cancellare millenni di evoluzione accanto al nostro amico migliore, fingendo di non sapere che il coniglio non potrà mai esser cane, e che se oggi lui si è trovato in televisione a raccontare frottole, lo deve anche a quanta carne i suoi antenati avevano mangiato.
Noi siamo anche carnivori e predatori come molti animali: la differenza sta nel fatto che mentre questi non lo dimenticano mai, noi stiamo incominciando scioccamente a mettere in discussione questo nostro essere, tralasciando di considerare che se non continueremo, con modo e misura, ad essere predatori, molto presto ci trasformeremo in prede.
In Natura, tertium non datur.