La “preapertura” a tortore, colombacci & co. riempie l’aria di spari e speranze. Gruppi di nembrotti affaccendati a occupare posizioni strategiche anche a costo di accamparsi dandosi il turno, impegnati a costruire capanni, a studiare traiettorie e a disquisire sulla consistenza dei contingenti di tortore in questo caldo fine estate italiano.
Le operazioni suddette però, mi forniscono lo spunto per una riflessione su questa buffa consuetudine calendaristica nostrana. Innanzitutto non mi è mai piaciuta l’idea di una giornata unica. Ha il sapore di un intruppamento forzoso, quando non di un contentino che si da ai piccoli: “Potete giocare, bambini cari, ma dalle cinque alle sette, e poi tutti a casa!” . Non è così che si dovrebbe intendere lo svolgimento di una passione spirituale come la caccia, e non è questo il viatico migliore per esercitarla con la giusta disposizione d’animo. Purtroppo da anni ormai, siamo trattati proprio alla stregua di bambini in un collegio, uno di quelli d’una volta con l’istitutrice severa e grifagna, ed il preside arcigno e ottuso. La concessione di una giornata di preapertura per cacciare da appostamento tortore e compagnia alata, suona proprio come un voler liquidare il problema delle date d’apertura dando a tutti una merendina premio. Il dilemma invece, è di ben altra portata. Le associazioni venatorie hanno accettato, chi più chi meno supinamente, o quasi, la riduzione drammatica dei tempi di caccia imposti da una politica arruffona ed ipocrita, trincerandosi dietro “sacri studi di settore” affidati ad onniscienti ornitologi, determinando così ridicolaggini quali appunto le famigerate “preaperture” di un giorno solo, e la chiusure generali in pieno inverno come quella, disastrosa, del trentuno gennaio che ci ritroviamo sul groppone.
Evidentemente, i concetti di aperture e chiusure per specie come in paesi ai quali si guarda spesso considerandoli modelli da seguire, in Italia non sono contemplabili. E, se politici e rappresentanti venatori rimarranno sempre gli stessi, mai potranno essere contemplati.
Tortore & Merendine
Il nido del falcoCondividi: