Cos’è mai il mal d’Africa? E’ davvero una sensazione di nostalgia spirituale oppure si tratta proprio di un malessere fisico, palpabile? La mia esperienza mi dice che, nei casi più gravi, può trattarsi di entrambe le cose. Ma esiste una sottospecie ancora più insidiosa e tetragona ad ogni cura, una “forma patogena” impossibile da eradicare e sempre pronta a morderti, e a farlo quando meno te l’aspetti. Sono morsi dolci, sia chiaro, morsi languidi che t’attaccano alla gola e t’invadono il cervello come una pozione misteriosa. E’ il mal di Marocco. Non l’avevo messo in conto nel prendere la decisione di recarmi in quell’universo affascinante che ha il viso sull’oceano Atlantico e i piedi nel deserto del Sahara, pensando che sarebbe stato solo un bel viaggio, pittoresco, colorato, indolore.
Il giorno del rientro, prima di imbarcarmi dall’aeroporto di Marrakech per Roma ho incominciato ad avvertire i primi sintomi del male. Cercavo di memorizzare ogni particolare del paesaggio, ogni volto, ogni sfumatura di colore degli hejab delle donne, ogni profumo nell’aria, come per paura di perderli per sempre. Non diedi peso, pensando al normale avvicendamento delle sensazioni alla fine di un viaggio, ma il pungolo non mi dava tregua. Toccato il suolo italiano , ho capito che m’ero ammalato anch’io….
Marocco, terra di sogni e di colori…
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