La chiusura della fabbrica e la nascita del museo
Dopo la Seconda Guerra Mondiale la S.M.I. continua a svolgere un ruolo locale (l’economia della Montagna Pistoiese ha qui il suo fulcro) e nazionale di un certo rilievo. A metà degli anni ’70 Salvatore Orlando lascia la guida del Gruppo a favore del figlio Luigi Orlando (1927-2005)) che, rafforzando un processo già iniziato dieci anni prima, cerca di allargare a livello internazionale la presenza della S.M.I. nella produzione dei semilavorati in rame e delle sue leghe fino ad arrivare a dismettere le attività nella produzione dei laminati in acciaio inox. Negli anni novanta S.M.I. acquisisce dal Gruppo Tedesco MAN la società tedesca KME – Kabelmetal, il maggior produttore tedesco di semilavorati di rame e sue leghe con un notevole aumento del fatturato e della produzione. Il timone della società nel 2005 passa da Luigi a Salvatore (1967-2012) che dovrà affrontare gli effetti della crisi economica generale; essa colpirà inesorabilmente anche il Gruppo a seguito delle speculazioni sulle materie prime. Nell’ambito della inevitabile ristrutturazione che il rappresentante della sesta generazione Orlando dovrà affrontare (la S.M.I. cambia il nome in KME per una maggiore visibilità a livello internazionale) rientra anche quella datata 2006 che prevede la chiusura progressiva del comparto produttivo di Campo Tizzoro. Gli ultimi lavorati che escono dallo stabilimento rientrano nella produzione di laminati industriali di rame e delle sue leghe. Dove finisce la storia produttiva della fabbrica di Campo Tizzoro inizia quella del museo. Dopo il fallimento un consorzio pubblico denominato C.I.I. (Consorzio Impresa e Innovazione) che aveva beneficiato della cessione di una parte dell’area industriale e usufruito di un finanziamento Europeo di riqualificazione dell’area, l’Arch.Gianluca Iori dell’Irsa (Istituto di Ricerche Storiche e Archeologiche di Pistoia), esperto nella valorizzazione di siti di potenziale interesse culturale, seguendo l’idea dell’amico e collega Arch. David Ulivagnoli si attiva raggiungendo un accordo caldamente condiviso e sostenuto con la KME di realizzare nella zona storica ancora di proprietà della Multinazionale e non ceduta al Pubblico, un sito “Museale”. Nasce su finanziamento dello stesso Iori il Museo dei Rifugi della S.M.I che entra fra i siti dell’Irsa, una rete museale privata d’Italia.
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