Marzo ultimo scorso. Attraversando un impetuoso torrente dell’Oregon, Stati Uniti, un cacciatore scivola su una roccia e rimane stordito e incastrato fra le acque. Il suo cane, un setter irlandese, lo rianima a colpi di lingua, poi afferra il colletto della camicia con i denti e lo aiuta a guadagnare la riva.
Febbraio. Sull’altopiano degli Urali, una bambina che stava facendo pascolare il suo gregge di capre, viene aggredita da un branco di lupi sbucato da dietro le rocce. Il suo cane, un grosso pastore bianco, si lancia contro le belve uccidendone due e mettendo in fuga gli altri. Fatto ciò, si mette a lambire le ferite della bambina sconvolta dalla paura, rincuorandola.
Gennaio, Svezia del nord. Un orso attacca un cacciatore, gli spezza una gamba e si prepara a finirlo. Teko, il suo cane, un giovane nordico dalle orecchie a punta si frappone fra i due mordendo il plantigrado con tale decisione che alla fine questo decide di ritirarsi.
Potrei andare a ritroso fin dove volete, ma non ci sarebbe un solo mese in cui un cane non abbia salvato la vita ad un essere umano. Ma non è necessario, volendo, arrivare a questi esempi di estrema abnegazione. Basti solo pensare al nostro spinone che, per noi, non esita a tuffarsi nelle acque gelide di certe mattinate invernali, al nostro segugio che affronta le zanne mortali di un cinghiale nel bosco, o ancora al nostro pointer che, sempre per noi, affronta le spine che lo lacerano per recuperare quella beccaccia caduta.
Quanti di noi sarebbero disposti a fare lo stesso per loro?
Cuore di cane
Il nido del falcoCondividi: