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Il Padule di Fucecchio

Orizzonti
9 Marzo 2015 di Gaio Saverio Fabbri
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La flora

Dal punto di vista climatico il Padule di Fucecchio è posizionato al limite tra la regione peninsulare di clima mediterraneo e quella continentale. Ecco perché al suo interno si trovano a coesistere piante adattate a climi diversi, quali ad esempio il Morso di rana (Hydrocharis morsus-ranae) e la Felce reale (Osmunda regalis), tipiche di un clima caldo umido, e i muschi sfagni (Sphagnum sp.), che prediligono il clima freddo del nord ma che sono discesi fin qui durante le ultime glaciazioni. Nella Paduletta, ed in qualche altra area del cratere palustre, si possono ammirare ancora diversi esemplari di Grande carice (Carex elata), detta “sarello”; che si sviluppano in formazioni cespitose formate da più individui dando vita a veri e propri isolotti in mezzo dall’acqua. Oggi però la Cannuccia di palude (Phragmites australis) sta prendendo il sopravvento. Ovunque dominano gli immensi canneti. Negli specchi d’acqua libera, ecco i “lamineti”, formati da piante con foglie galleggianti quali l’Erba vescica (Utricularia australis), pianta carnivora flottante; il Ninfoide (Nymphoides peltata), caratterizzata da fiori gialli; l’Erba pesce o Salvinia (Salvinia natans), una felce natante sempre più rara da trovare in Toscana. Da questo rapido elenco si comprende già come mai il Padule di Fucecchio sia stato inserito nel 1979 dalla Società Botanica Italiana nell’elenco dei biotopi di rilevante interesse vegetazionale e meritevoli di conservazione.

 

La fauna

Come testimonia anche la locale storia venatoria la zona umida del Padule, ricca di fauna migratoria e stanziale, come beccacce, beccaccini, quaglie, tortore, tordi, fagiani e abbondante di lucci, anguille, tinche, reine, cheppie, scalbatre e lasche oltre alla pesca di cui abbiamo già parlato è da sempre stato terreno di cacciate. Tant’è che già i Medici, in particolare Cosimo il Vecchio nel XVI secolo, avevano promulgato delle leggi che regolavano le battute di caccia in loco. Oggi invece il forte inquinamento, non certo l’attività venatoria (che comunque in tutta l’area è stata di conseguenza regolata) come vorrebbero far credere taluni, ha ridotto la presenza di alcune specie animali, decretandone anche in alcuni casi la totale scomparsa. Non le doppiette ma gli scarichi delle fogne dei centri urbani, gli scarichi degli stabilimenti termali di Monsummano e Montecatini (cloruro di sodio e magnesio).e infine i gas di scarico delle auto in transito sulla vicina autostrada Firenze-mare.(piombo, rame e zinco) hanno spinto all’allontanamento o peggio all’estinzione alcune specie animali. E’ utile ricordare in tal senso che il Padule è una tappa obbligata nelle rotte migratorie fra la costa tirrenica e l’interno; ben 180 specie di uccelli vi sono state individuate, di cui molte decine transitano annualmente da queste parti. Spettacolare soprattutto il passo ???????????????????????????????primaverile. Da segnalare anche il fatto che qui gli ardeidi hanno la loro colonia di nidificazione più importante dell’Italia centro-meridionale, non solo per il numero delle coppie nidificanti (circa 1000) ma anche per la convivenza in loco di sette specie: la Nitticora, la Garzetta, la Sgarza ciuffetto, l’Airone guardabuoi, l’Airone Cenerino, l’Airone bianco maggiore e l’Airone rosso. Ma il Padule no è solo un paradiso ornitologico, costituisce anche un habitat particolare per quello che riguarda i Mammiferi: la sempre più invadente Nutria (Myocastor coypus), il Topolino delle risaie (Micromys minutus), il più piccolo Roditore europeo. E non solo: anche la microfauna è parimenti variegata con oltre 1000 specie di Coleotteri censite; come per la flora, anche nel caso dei Coleotteri, nel Padule trovano l’unico rifugio molte specie paludicole legate a climi freddi. Per trovarne di simili bisogna salire fino alle torbiere dell’Europa centro-settentrionale. Tra le specie aliene infestanti invece il Gambero della Louisiana (Procambarus clarkii).

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