Provo a maltrattarlo un poco, per vedere come si comporta. Lo lascio raffreddare per circa due minuti e poi lo riprendo a colpi di puff per evitarne lo spegnimento. Il suo rimprovero è lieve, solo un cenno di amaro, poi coperto da una nota di legno dolce, quello del tiraggio a crudo, fino ad arrivare, se non si esagera con il ritmo, addirittura a note floreali. Attenzione però: non è che d’un tratto ci si senta in bocca un bouquet di gerani o di rose, semplicemente si tratta di ombre, di sussurri, che si affacciano timide ma presenti e rendono godibilissimo anche il secondo terzo, pur osservando un’aumentata forza. Non si tratta, ci tengo a precisarlo, di un sigaro per palati inesperti o per tabagisti. Siamo in presenza di un prodotto di grande equilibrio, che necessita di un minimo di esperienza per poterne apprezzare a dovere le sfumature.
L’ultimo terzo, ovviamente è più forte, e talvolta si affaccia qualche nota di legno tostato. Può dare qualche sferzata amara se si esagera con l’intensità di boccata, ossia se si aspira troppo forte, ma nel complesso rimane tranquillo e compassato.
Come abbinamento, per conto mio è magnifica una buona grappa barricata, magari di moscato, in ogni caso non bianca. Se non vi piace la grappa, fumatelo asciutto e scolatevi, dopo averlo finito, un generoso bicchierino di vinsanto…
Il costo non è indolore, 12 euro per tre sigari, però, a mio avviso li vale davvero tutti
Largo al “Doge”…..
Bacco e tabaccoCondividi: