I recenti avvenimenti che hanno interessato la caccia italiana, ovvero la chiusura anticipata e immotivata ad alcune specie in perfetta salute numerica e distributiva, devono farci riflettere seriamente su quali potranno essere le sfide nel prossimo futuro. Credevamo di aver finalmente risolto determinati problemi d’immagine, di aver guadagnato posizioni nell’ambito politico ed istituzionale, di esserci ripuliti presso l’opinione pubblica dal fango che i nostri avversari ci avevano lanciato addosso per anni, senza motivo e senza senso, se non quello di attaccarsi a qualcosa pur di mantenere prebende e poltrone. Ci eravamo sbagliati. I nostri avversari sono più beceri e vitali che mai, ed anzi hanno allungato il collo per morderci con la loro bocca zannuta e intrisa di veleno. Pur se in apparenza sopite infatti, le pozioni venefiche della corrotta ideologia verdestre e animaligna, sono sempre attive e pronte a colpire quando meno ce lo aspettiamo. Ne abbiamo avuto la prova in questi giorni, quando i risibili provvedimenti governativi hanno avuto la meglio sulla scienza e sulla coscienza, in barba ai nostri diritti, alle nostre giuste spettanze e alla nostra buonafede di persone per bene.
Rialziamo la guardia dunque, perché il match è ben lontano dall’essere finito..
In alto la guardia
Il nido del falcoCondividi: