Il problema non sta quindi nell’arma, ma nel tiratore. Il selecontrollore di norma non ha più vent’anni e con il trascorrere dell’età non ha nemmeno più la vista che aveva a vent’anni. Mirare solo con le mire metalliche aperte, tacca e mirino, non è più esercizio per un cinquantenne, specialmente poi se si tratta di tirare a una distanza nell’ordine dei 200 metri.
Peccato, perché con un’arma assolutamente economica e con cartucce parimenti economiche si possono ottenere eccellenti risultati. Esistono,
è vero, le versioni sniper dei fucili ex-ordinanza, ma sono molto costose e nel caso del nostro Mosin l’ottica d’ordinanza è un 3,5×20, eccellente per la difesa di Stalingrado ma decisamente meno buona per un tiro al crepuscolo.
Ci viene in soccorso il cannocchiale e lunga retroproiezione UTG Scout, già esaminato qui su Caccia Oggi, per il quale ho già gli attacchi per il Mosin Nagant. Se ne fanno anche per numerosi altri fucili ex-ordinanza, ma mi sono voluto attenete al meno costoso di tutti.