“Ne ho provate molte, tutte mi hanno appassionato. Ho praticato per alcuni anni la caccia al colombaccio solo durante il mese d’ottobre con volantini, richiami, appostamento aereo e tutto quello di cui avevo bisogno. Terminato il passo scendevo a valle in cerca di beccaccini. Queste erano, a parte alcune giornate diverse, le mie due cacce. Considerando che per fare i colombacci dal capanno necessitavo di troppo tempo libero e avendo dovuto scegliere tra quest’ultimo e il lavoro, mi sono dedicato a tempo pieno alla caccia col cane da ferma al beccaccino. Appena ho due ore libere prendo e scendo in padule a fucecchio. Caccio con due setter, un gordon e un irlandese. Quasi mai insieme. Posso ammettere che il padule mi ha preso in tutto e per tutto. I colori, i malodori, i richiami degli uccelli e l’umidità. O ti innamori o lo ripudi. Volete mettere lo sparare ad un beccaccino, o almeno provare, sotto ferma di un setter. E’ il massimo. Sono selecontrollore, mi piacciono comunque tutti i tipi di caccia, se e quando posso non mi faccio certo mancare due anatre, un cinghiale e un colombaccio”.
Caccia ma anche passione per la natura come dimostra il tuo percorso di studi. Ti sei laureato in Scienze e Gestione delle Risorse Faunistico Ambientali quali sbocchi professionali ti aspetti adesso?
“Caccia per passione e per professione, vero. Mi occupo di gestione faunistica in provincia di Firenze, ho lavorato per alcune amministrazioni pubbliche e private. Ho condotto attività di campo per importanti progetti sulla migrazione degli uccelli, sono inanellatore ISPRA. Tengo alcune rubriche su caccia, gestione e scienza per la rivista nazionale DIANA. Non mi faccio certo mancare la collaborazione con aziende di caccia. In quelle occasioni oltre a lavorare trovo anche il tempo per sciogliere i miei setters”.
« Intro | Page 3 »