Innanzitutto una coppia o una pariglia? In altri termini la coppia sarà costituita da un maschio e una femmina o da individui dello stesso sesso? Dal punto di vista della resa, se il binomio è valido, è la stessa cosa. Personalmente ho riscontrato una maneggevolezza ed una proficua fluidità d’azione con una pariglia di beagles costituita da madre e figlia, di quattro e due anni, entrambe di carattere aperto e docile, che hanno sempre dato la sensazione di collaborare fattivamente senza sovrapporsi e senza rubarsi la passata a vicenda. Ma ho avuto anche eccellenti risultati con due fratelli maschi, gran bleu di guascogna, di cui però uno era piuttosto dominante sull’altro, il quale accettava tranquillamente la sua posizione subordinata. Il “capo” però, pur non avendo neanche la metà del naso del fratello timido, era nel contempo abbastanza ben disposto a credergli quando quest’ultimo segnalava dove lui non aveva neanche messo il naso a terra. Di conseguenza la pariglia funzionava benissimo.
Dunque, nel formare una coppia, vediamo come un altro dei punti focali sia costituito dall’individuare le posizioni gerarchiche di entrambi i componenti, a cui spesso sono legate intolleranze, impermalimenti, cali di resa sia olfattiva che motoria. Di solito, una coppia presenta meno problemi di una pariglia perchè il maschio e la femmina non concorrono sullo stesso livello gerarchico. Neanche la femmina più prepotente potrà creare fastidi psicologici ad un maschio di normale spessore caratteriale. Possono esserci le eccezioni, ma la normalità è tranquillamente questa. La pariglia femminile deve invece tenere conto più che di gerarchie, di antipatie personali, comuni a riscontrarsi fra le cagne più che nei cani. Tali incompatibilità si traducono di solito in problemi soprattutto nella fase d’accostamento dove entra in gioco la puntigliosità tipo: “E’ giusto come dico io, non come dici tu, stupida!”. Ovvero laddove le cagne devono riflettere ed analizzare, comunicando fra di loro. In ogni caso le due femmine possono svolgere un buon servizio, e comunque è difficile che il problema sopravvenga se la differenza d’età è notevole, ad esempio due o tre anni. Ben diverso il caso della pariglia maschile. Qui non ci sono deroghe o postille. Uno deve comandare e l’altro obbedire. Però chi comanda deve essere anche intelligente e capire quando l’altro ne sa di più. Se concorrono, come nel caso fortunato dei due fratelli francesi che ho citato, questi fattori di chiarezza gerarchica tutto andrà bene; diversamente, il lavoro, quando non degenera in rissa, sarà sempre improntato all’insegna della tensione e mancherà totalmente la stima fra i due componenti. Con tutte le conseguenze che da ciò possono derivare.
Caccia col segugio. La coppia: questione di feeling…..
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