Per la seconda volta in pugno di mesi, l’acqua ha flagellato l’Italia sfigurandola e portando morte e distruzione. Sacrifici di vite intere svaniti in mezz’ora, famiglie devastate dal dolore, avvenire rovinati irrimediabilmente.
La Liguria ha pagato forse il prezzo più alto, ma anche tante altre regioni hanno dovuto offrire il loro tributo di sangue al dio delle tempeste.
Ovvie, ed immancabili le polemiche, le accuse, gli scaricabarile che sono seguiti alla tragedia e di certo parte di queste non sono campate in aria. Forse non siamo stati attenti a dovere a dove costruivamo, forse abbiamo dato troppi facili permessi, concesso troppi condoni, chiuso un occhio, e anche due, su troppe piccole irregolarità. “E’ cosa da niente…..metro più metro meno…è questione di poco…”. Vero. Ma il poco aggiunto al poco, a poco a poco, un cumulo farà che non è poco, filastroccava una mia antica insegnante di latino quando le chiedevamo di soprassedere su qualche negligenza.
Ebbene, evidentemente mai detto può essere più calzante. Naturalmente però non di sola faciloneria imprenditoriale sono morte tante persone. La gestione degli alvei fluviali e torrentizi è pregna di ruggini ataviche, collusioni con la politica, favori ad amici degli amici, scarso impegno professionale, e marginale interesse ad operare nel quadro che la natura ci ha indicato. Anzi, sono pronto a scommettere che nessuno di coloro i quali sono responsabili tecnicamente vive accanto ad un fiume. Forse bisognerebbe obbligarli per legge a trasferirsi la, e, come diceva una canzone “..vedere di nascosto l’effetto che fa”…
Il poco aggiunto al poco…
Il nido del falcoCondividi: