Alla sciolta degli altri cani, la resistenza della bestia svanisce, un urlo che sovrasta la voce dei cani, fa capire che si e’ mosso.
Il magnifico verro schizza, ma mai veramente deciso ad uscire dal folto; sa che la sua sorte e’ segnata, torna nel punto di partenza in mezzo ai rovi, si batte come un gladiatore, poi alla fine parte.
Tutti zitti e attenti i postaioli, l’occasione di fare centro non capita tutti i giorni,ma
stavolta tocca al decano, tocca a Masciu Totu. Il verro arriva come un siluro ma ad un attimo dall’uscire allo scoperto si ferma fiuta l’aria torrida, tipica del mese di ottobre in Aspromonte. Si studiano: “u masciu” contro il verro.
Li divide uno stradone di 10 metri in mezzo al bosco di lecci.
Un salto, un colpo dritto dietro all’orecchio, colpo da maestro. Vorrebbe farne un altro di salto, il verro, ma tra lui e la libertà, Masciu totu: la sua doppietta calibro 20 non fallisce.
La bestia annaspa a terra : Masciu Totu, felice come un bambino e ancora teso come una corda di violino, si avvicina alla preda lo fissa dritto negli occhi come per carpirne l’ultimo sguardo, a raccoglierne l’ultimo respiro.
Dalle ricetrasmittenti qualcuno chiede numi,il nostro risponde con la calma e la serenita’ che lo contraddistigue, “e’ fattu”.
E’ festa . La contentezza viaggia nell’aria, e gli altri partono alla volta della posta fortunata, auguri abbracci e commozione accompagnano la felicità di tutti.
E’ meraviglioso il verro, ma ancora di più è meravigliosa la voglia di Masciu Totu che vuole continuare a stupire tutti: anche me che sono suo figlio e che non finirò mai di imparare.
Cinghiale: gli anni passano la passione e la classe restano. Ritratto di un cinghialaio d’Aspromonte…
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