“Papà, dov’è l’avventura?”, domandava da bambino il grande narratore Charles Boardman Hawes. “Dietro ogni angolo.” era la risposta di suo padre.
Quell’uomo dell’Ottocento aveva colto nel segno. Nessuna indicazione di terre lontane o di mari sconosciuti e tempestosi avrebbe potuto essere più completa della risposta che egli diede al figlio.
Per ognuno di noi esisterà sempre un angolo misterioso da voltare così come un orizzonte inviolato da conquistare, e per ciascuno la dea della Caccia scriverà giornalmente una pagina tutta nuova nel grande libro d’avventure che anche quest’anno, a settembre, inizieremo a sfogliare.
Non c’è bisogno di costosi viaggi in contrade lontane. Essere cacciatori è uno stato dell’anima come il paradiso o l’inferno, e non sarà mai, nè potrebbe esserlo, un concetto legato ad un luogo. E’ sufficiente il boschetto sul monte dietro casa, o il campo arato a pochi minuti d’automobile, oppure ancora l’argine di un canale inerbito vicino ad un vecchio binario ormai dismesso, per ritrovare la casa dei nostri spiriti buoni, quelli che ci aiutano a vivere senza dover per forza sopravvivere e che ci regalano suggerimenti senza necessariamente avvelenarci con i dubbi.
Non è forse avventura sciogliere il cane nella campagna ancora umida e buia, ignorando cosa si andrà a trovare, quando anche le zolle più ordinarie e familiari ci appaiono come una Patagonia sconfinata? E non lo è anche l’attesa di un volo di tortore sotto il vecchio gelso al confine col granturcheto, mentre ancora gli assioli si richiamano e ci sembra d’essere alle falde del selvaggio Atlante?
Certo che lo è. Lo è perchè noi siamo lì con le nostre speranze e le nostre paure, ma tanto più lo diventerà quanto più sapremo investire la nostra azione della sacralità che le dobbiamo. Non è difficile. Basterà pensare di essere parte di un’ armonia perfetta, mai prostituibile ad interessi di carniere, mai sacrificabile a quegli egoismi usurai che sul momento ti danno dieci, ma molto presto vorranno in ritorno mille.
Ogni canizza è un mistero, ogni frullo è una battaglia, ogni volo è una strategia. Assorbiamo questi momenti con serenità e animo da esploratori d’altri tempi; rispettiamoci prendendo esempio proprio dagli animali che andiamo ad insidiare; diamoci finalmente, e concretamente, un codice d’onore a cui conformare la nostra presenza in campagna, e vedremo che il grigio, lo stantìo ed il ripetitivo assumeranno le sembianze di sentori antichi, creduti ormai incatenati ad una vita già vissuta.
Noi cacciatori siamo una casta privilegiata, perchè qualcuno lassù ha voluto che potessimo leggere la natura con gli occhi di un ragazzo che sfoglia un libro d’avventure. Purtroppo spesso lo dimentichiamo, disonorando la nostra missione “sacerdotale” con l’esibizione di comportamenti indecenti e maleducati.
E’ ora di riprendere la dignità che ci è sempre appartenuta. E’ ora di tornare ad essere un esempio, di far vedere che siamo migliori dei nostri avversari e che più di loro conosciamo ed amiamo gli animali e la terra.
A settembre, ricominciamo l’avventura con l’animo di quei lontani eroi di cui abbiamo letto le gesta e sentito le emozioni nei nostri libri più cari.
Solo così potremo avere ancora angoli da voltare, orizzonti da conquistare, e mille imprese da raccontare…
La casa degli spiriti
Il nido del falcoCondividi: