Il Terra viene naturalmente all’occhio e si tiene ragionevolmente fermo con facilità. Il merito va alla scelta dei prismi, qui in configurazione Schmidt-Pechan anziché in quella Abbe-Koenig che caratterizza il segmento premium. Con i prismi Schmidt-Pechan si
hanno due riflessioni e due passaggi aria-vetro in più, ma con la correzione di fase – ideata e realizzata proprio da Zeiss, nel 1988 – l’uso di lenti ED e una lavorazione accurata le differenze si sono molto ridotte. I vetri ED sono prodotti da Schott, che è un’azienda del gruppo Zeiss e fornisce l’intero mondo, ma naturalmente alla capogruppo sono riservate attenzioni particolari. Certo, la trasmissione della luce con i prismi adottati è inferiore, ma quello schema consente di avere binocoli più compatti. Inoltre qui non si tratta di un binocolo per uso notturno. Per quell’uso occorre ricorrere al segmento premium, in cui l’analisi dei costi è fatta in un altro modo. Vale a dire che si realizza ogni singolo componente ed ogni passaggio della costruzione al meglio. Quando il prodotto è pronto, si tira la riga e si calcola quanto è costato. Qui il calcolo dei costi va fatto a preventivo, tanto che il binocolo è prodotto in estremo Oriente. Ma non è una cinesata: semplicemente il prezzo di vendita non è compatibile con il modo di procedere Zeiss. Mi spiego: il primo passaggio per la realizzazione di una lente è la tornitura dei vetri ottici, riuniti a 20-25 per volta, per realizzare dei cilindri con il raggio pari a più volte l’altezza.
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