Parlare con Paolo Della Bordella è come ripercorrere un pezzo di storia della cinofilia italiana. Esattamente quella che dagli anni del boom ha portato poi allo sviluppo, al progresso economico e agli scambi culturali intensificati, verso una prospettiva che allora appariva come una meravigliosa avventura nel futuro. Il suo viso da etrusco si infiamma quando parla dei cani, quei meravigliosi setter inglesi che lo hanno rapito senza rimedio fin dalla più tenera età, e che tuttora sono una delle sue più importanti ragioni di vita. Lo incontro per parlare del grande piazzamento ottenuto all’ultimo Derby giovani inglesi alla Tollara, dove ha condotto magnificamente il setter inglese Rommel, piazzatosi al 2° posto, e poi anche Radentis Satiro, Radentis Saul e Uranio della Vecchia Irlanda, gustando una delle soddisfazioni più intense della sua carriera di cinofilo entusiasta.
Una bella soddisfazione, vero Paolo?
” Decisamente si. Una gioia che solo chi ama i cani può capire fino in fondo. Vedere un giovane setter che recepisce alla perfezione l’addestramento, che collabora, che interagisce con te e che per te è disposto a tutto, è una sensazione difficile da spiegare. Il giovane cane è un pò “sangue del proprio sangue”, nel senso che lo si cresce compenetrandosi nella sua dimensione, si cerca d’instaurare un dialogo, e alla fine si stabilisce una connessione che è unica e irripetibile, pur tra tutte le difficoltà che un essere in fase di maturazione può porre. Ma il bello è proprio questo. Se ci pensiamo bene, è la stessa dinamica che si stabilisce con un figlio..”
Deduco che i cani giovani siano la tua “vocazione nella passione”…
“Senz’altro. Per tutte le ragioni che ti ho elencato e per tante altre che sono facilmente intuibili. E’ come per un artigiano vedere che la propria creazione prende forma. Si tratta di plasmare, e quindi essere costretti a confrontarsi con i tanti piccoli misteri che avvolgono il carattere di un cucciolone…”